Salvini a Limbadi: “La lotta alla ‘ndrangheta non si ferma”

Vibo Valentia Attualità

È un Matteo Salvini in piena quello che a Limbadi ha presieduto la consegna di un bene confiscato al clan Mancuso e destinato a finalità sociali. Ha detto di essere in Calabria per la consegna che ha definito “vittoria della legalità in uno spazio destinato alla cultura, ai ragazzi e dove si studierà perché qui è prevista la nascita dell'università antimafia”.

Ha quindi detto di essere “orgoglioso di dedicare questa giornata alla provincia - Vibo Valentia - più complicata d'Italia dal punto di vista economico e sociale. Il progetto di Limbadi è impegnativo e quindi ci terrò a tornare". Poi ha dato i numeri. Quelli dei beni confiscati che in Calabria sono 5mila. E sulla confisca il leader della Lega ha detto che è una “battaglia, quella contro la mafia, che si vince casa per casa, bene per bene confiscato”.

Ha poi affermato che vorrebbe visitare più spesso la Calabria. Perché sa “il lavoro che c’è dietro una giornata come quella di oggi e quindi mi piacerebbe che fosse sempre valorizzato e conosciuto perché se fai delle cose belle però la gente a casa non lo sa, il lavoro è fatto a metà. Ci sono squarci di luce - ha aggiunto Salvini - i primi pentiti di ‘ndrangheta sono qua, che è qualcosa di assolutamente irrituale e storico, proprio in casa Mancuso, e quindi ci sono segnali di apertura in questo muro che non è gradito. A me piacerà magari tornarci a seguire una lezione.

“Mi tolgo il cappello - ha proseguito - a confronto di chi ha accettato una sfida così impegnativa perché io ho visitato tanti beni che sono stati destinati ad azienda agricola, a centro per ragazzi autistici, a casa famiglia, a biblioteca. Università antimafia non ne avevo ancora viste, quando ho letto il progetto ho detto caspita sono ambiziosi perché qui non si tratta di far fare il doposcuola. Sono stato a Platì da non molto dove un immobile confiscato alla 'ndrangheta diventa oratorio per i bimbi del paese gestito dalla parrocchia, però un conto è organizzare un oratorio pomeridiano per far fare i compiti ai ragazzini, un conto è farlo diventare un punto di educazione a livello anche internazionale. Lo accompagneremo - ha concluso - non solo col pensiero”.

Poi un riferimento al numero di agenti presenti in regione. E al rafforzamento degli organici delle forze di polizia nella regione. Ha infatti affermato che “in Calabria ne sono arrivati 177, e altri 156 arriveranno entro aprile 2020. Quindi sono più di 300 uomini, già arrivati e in arrivo entro la primavera dell'anno prossimo”.

Ha quindi preannunciato che a Ferragosto, la tradizionale riunione del comitato nazionale per l'ordine e sicurezza pubblica si terrà in Calabria. Per Salvini “la lotta alla mafia non si è mai fermata, questo a prescindere dai governi e dai ministri. Sicuramente questo governo ha nella lotta alla mafia una delle sue priorità. E anche quest'anno - ha concluso Salvini - come l'anno scorso, penso proprio che a Ferragosto il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica si terrà in Calabria".

Il bene è stato consegnato all’organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” di Cetraro, guidata da don Ennio Stamile, responsabile regionale di “Libera”. L’ufficializzazione del subentro di Libera si è avuta oggi a Limbadi alla presenza del ministro dell’Interno. L’iter di restituzione del bene confiscato si era interrotto per via delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Adriana Musella che nel 2016, con la sua associazione “Riferimenti,” aveva ottenuto l’assegnazione del bene.

L’iniziale “Centro studi italiano sull’antimafia” aveva ottenuto il sostegno dell'istituo “Piria” di Rosarno, l’Università della Calabria, dell’Università Cattolica di Milano, della Fondazione Caponnetto, della Confapi, della Fondazione Giorgio Ambrosoli e dell Miur. Tutto si è però poi arenato fino quando la commissione straordinaria che gestisce il Comune di Limbadi, sciolto per infiltrazioni mafiose nel maggio 2018 , ha emanato un pubblico avviso per l’assegnazione del bene. Gara andata deserta la prima volta, ma non la seconda con l’assegnazione all’organizzazione di don Stamile.

Nelle strutture troverà spazio un centro per la formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione sulla normativa anticorruzione e da Università antimafia si passerà a “Università della ricerca, della memoria e dell’impegno”. Il centro sarà dedicato a Rossella Casini, studentessa fiorentina uccisa dalla ‘ndrangheta di Palmi nel 1981 e il cui corpo non è mai stato ritrovato.