Minaccia di morte la moglie con una pistola dopo mesi di torture: arrestato marito violento
Avrebbe reso la vita impossibile alla moglie ingiuriandola, minacciandola e aggredendola fisicamente con schiaffi, calci e spinte fino a portare la donna ad allontanarsi dalla casa familiare.
Non accettando la separazione S.M., 43 enne, il 30 maggio scorso avrebbe cercato di introdursi nell’abitazione dove la consorte aveva trovato rifugio dapprima danneggiando una zanzariera, per poi infrangere il vetro della finestra con una pistola brandeggiata anche all’indirizzo della moglie minacciandola di morte.
Gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria - su disposizione della Procura della Repubblica locale, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri - hanno tratto in arresto l’uomo ponendo fine all’inferno vissuto dalla donna e soprattutto prevenendo conseguenze ben peggiori.
Dopo l’episodio avvenuto il 30 maggio, la Procura aveva disposto immediate indagini, coordinate dall’Aggiunto Gerardo Dominijanni e dal Sostituto Nicola De Caria, attraverso le quali la Sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali” della Mobile, sarebbe riuscita in pochissimo tempo a dimostrare che quel giorno, quando l’uomo aveva minacciato la moglie con la pistola, si era arrivati al culmine di condotte abituali di maltrattamenti che la vittima aveva subito negli ultimi sei mesi e che giornalmente continuava a subire in quanto il marito, al rifiuto di tornare a vivere con lui, l’avrebbe minacciata esplicitamente di morte.
Le risultanze investigative acquisite in brevissimo tempo dagli uomini della Polizia di Stato, attraverso escussioni testimoniali, sofisticate attività tecniche di intercettazione e analisi di impianti di videosorveglianza avrebbero consentito di ottenere un immediato provvedimento restrittivo di custodia cautelare in carcere a carico di S.M. in forza del quale, dopo le formalità di rito, è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Arghillà a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.