Sette giorni ad Acri con il Festival di chi resta e chi torna: Restarte
Scrittori, artisti, musicisti, giovani critici e curatori d’arte, docenti, ricercatori, imprenditori, nati ad Acri, che pur vivendo altrove intendono marcare il loro interesse e attaccamento alla città e alla terra d’origine con una presenza al Festival, testimonianza e desiderio di contribuire al presente e futuro culturale della comunità acrese, saranno i protagonisti della prima edizione di “Resta[r]te!-Festival della Restanza e dei Ritorni”.
Un ricco e articolato programma di serate che si protraggono fino al 13 agosto e che penderà il via il 5 agosto alle 21, nel chiostro del Palazzo Sanseverino-Falcone, organizzato dall’associazione HortusAcri, con la direzione creativa e scientifica di Pino Scaglione e di Assunta Viteritti, docenti acresi in prestigiose università italiane.
Nel nome “Resta[r]te!” si nasconde infatti un originale gioco di parole che vanno dall’imperativo “Restate!”, al “Restart”, riavviare, al “Restare ad arte”, e che sottendono il desiderio di trattenere, attraverso un legame culturale e sociale, profondo, coloro che hanno deciso di restare, partire, ma anche ritornare.
Il motto calabrese scelto per il Festival, recita infatti “U’ ire e ‘llu venire l’ha criatu Diu!”, ossia andare, tornare, fa parte, da sempre dei modi di essere mobili, instabili, dei calabresi come degli abitanti delle terre meridionali in generale. Analogamente per l’immagine simbolo, scelta per rappresentare “Resta[r]te!”, ossia un frate con la bisaccia, un frate errante, uno dei tanti frati o santi calabresi, lo stesso Sant’Angelo d’Acri dei miracoli, San Francesco di Paola, un frate laborioso, caritatevole, comprensivo, resiliente!
“Resta[r]te!” è un festival di resilienza, un Laboratorio di sperimentazione di differenti linguaggi, dalla televisione, al teatro, alle letterature, la musica, le arti visive, con una Summer School di Design Resiliente, che si svolge a cavallo del Festival –dal 28 luglio al 6 agosto- e che vede protagonisti giovani allievi e docenti architetti di varia provenienza. “Resta[r]te!” non è, non intende essere un episodio effimero, isolato, bensì l’esito di un lavoro avviato da tempo sul territorio acrese, la conclusione, in festa e riflessione cultural-spettacolare, su tante questioni aperte: un riavvio, una continuazione.
Un festival popolare, ma riflessivo, colto, ma semplice, festoso e allegorico, ma denso di stimoli. Si parte, dunque, il 5 agosto, tra musica e teatro con Francesca Ritrovato attrice calabrese e Fabio Macagnino, musicista calabrese, immagini di Giacinto Ferraro, poi un omaggio del critico d’arte Giuseppe Valentino, al grande pittore Mattia Preti, artista delle fughe e dei ritorni, a seguire poesia e novelle con Cesira Ida Sinibaldi, Anna Maria Algieri, e Vincenzo Rizzuto.
Il 6 pomeriggio si conclude la Summer School e si apre una mostra dedicata a Matera, omaggio alla capitale della cultura, in una vetrina di Corso Pertini, riaperta per l’occasione, come stimolo ad un processo di riattivazione dell’intero sistema commerciale. La serata prosegue, dalle 21 in poi, sul tema “Per salsa ricevuta”, storie di pacchi e affetti che viaggiano dal sud verso il nord, dell’antropologo materano Francesco Marano, poi ancora un video del fotografo Luca Chistè, sull’eternità delle montagne dolomitiche, in un confronto a distanza con quelle dell’appennino, e poi un dialogo tra la giovane critica Ofelia Sisca con il grande artista calabrese contemporaneo Alfredo Pirri, la musica del giovanissimo chitarrista Michele De Vincenti, animerà gli intervalli.
Il 7 si proietta il bellissimo documentario di Rai5 sulla Sila con l’autrice Lucrezia Lo Bianco, presentata da Giulia Zanfino, a seguire giovani laureati acresi discutono su “restare tornare-partire” con Roberto Saporito, Natalia Altomari, Assunta Viteritti, a seguire un dialogo con l’antropologo Mauro Minervino sulla bellezza perduta, con intervalli musicali di giovani pianisti acresi. La serata dell’8 si parla di impresa e si celebrano i cento anni dell’Azienda Vuono, con diversi imprenditori acresi, tra i quali Alberto e Pino Ferraro, Maurizio Pavano, Peppino Corina, Elio Serra, con la conduzione di Gianluca Garotto, a seguire la letteratura con Biagio Autieri, Angelo Gaccione, Nicola Iaconetti, e la musica del giovane acrese Emanuele Via con alcuni eccellenti strumentisti.
Il 9 sera è di nuovo la volta della Sila attraverso le appassionanti immagini del libro di Piergiorgio Iannacaro, “Sila Luoghi e stagioni” con dialoghi guidati da Angelo Vaccaro, reading e musiche. Giorno 11 la giovane autrice Emilia Bifano racconta la sua interpretazione del talento acrese attraverso la storia, supportata dalla presenza di Giuseppe Abbruzzo che inquadra le vicende nella giusta cornice storica. Seguono due diverse esperienze sul cibo che arriva sulle nostre tavole, con un incredibile documentario dei giornalisti del Corriere della Sera sulla raccolta del pomodoro, e sulla raccolta biologica dell’azienda calabrese Calabria Food, ospiti Arturo Crispino, Nello Serra, con la musica della “restanza e dei ritorni” a cura di un gruppo di talentuosi musicisti folk acresi, tra i quali Michele Reale e Pino Coschignano.
Evento a sorpresa, in una delle serate, con Elio e Fabio Curto, padre e figlio che si raccontano tra parole e musica incalzati dal giornalista Piero Cirino. Il Festival conclude il suo percorso, il 13 agosto, con una serata speciale dedicata alla prima edizione del Premio Giovan Battista Falcone “Sognatori, ribelli audaci”, serata che sarà aperta da un monologo dell’attore acrese Francesco Bifano, sulle debolezze dell’essere umano.
Nella stessa serata, Giuseppe Scaramuzzo, Franca Julia e Giuseppe Cristofaro dialogano sulle matrici storico-culturali della nostra memoria collettiva, con il sindaco di Acri, Pino Capalbo, e gli organizzatori, alla presenza dei discendenti di Falcone. Il premio alla sua prima edizione, attribuisce tre prestigiosi riconoscimenti, con tre targhe di design, ai selezionati di quest’anno, i cui nomi sono riservati fino alla sera della premiazione, personalità nazionali-mediterranee, calabresi, acresi, come nello spirito del premio medesimo. La musica di ricerca sulle tradizioni folcloriche di Massimo Ferrante conclude il Festival in forma gioiosa e coinvolgente!