Sentenza “fasulla” per ingannare il Tribunale, smascherato falso avvocato
Un falso avvocato per una sentenza altrettanto “fasulla”. Si potrebbe sintetizzare così l’indagine che ha portato oggi a smascherare il finto legale che - da quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e dalla polizia giudiziaria della Procura del capoluogo - avrebbe appunto prodotto una falsa sentenza della Corte di Appello di Potenza che, accogliendo una impugnazione in realtà mai proposta, annullava il fallimento di una società che si era rivolta al sedicente avvocato per farsi patrocinare.
Il provvedimento, ovviamente assolutamente non vero, sarebbe stato “accuratamente e scaltramente formato” dall’indagato con l’indicazione dei magistrati che effettivamente compongono la Corte d’Appello, con le loro firme false, con l’emblema della Repubblica italiana e l’intestazione dell’ufficio giudiziario.
Un “lavoro” curato nei particolari, insomma, e che inizialmente aveva tratto in inganno l’apparato giudiziario, salvo poi essere scoperto grazie a dei controlli più approfonditi svolti dalle fiamme gialle.
Alla fine il finto avvocato è finito in manette: si tratta di un 53enne di Scalea, Arturo Senatore, che dovrà ora rispondere dei reati di falsità materiale ed esercizio abusivo della professione.
La misura cautelare - già emessa originariamente dal Gip del Tribunale di Lagonegro - è stata successivamente disposta dal Giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Antonio Battaglia, su richiesta della Procura locale, a conclusione delle indagini dirette dal Sostituto Pasquale Mandolfino con il coordinamento dell’Aggiunto Vincenzo Capomolla e del Procuratore capo Nicola Gratteri.