Settembre al Parco: indimenticabile serata con il rock Anni ‘70
Una piccola Woodstock è stata ricreata ieri al Bioparco della Diversità Mediterranea di Catanzaro. Le prime note di “Preludio, Tema, Variazioni e Canzona”, hanno introdotto gli Osanna che si sono esibiti in una performance da brividi dell’intera suite. Con i volti truccati come sempre, la band di Lino Vairetti è ancora oggi dagli Anni ‘70 una delle più fulgide realtà del panorama prog rock italiano. L’eterno entusiasmo di Lino Vairetti, si unisce ad una voce ancora importante e a un carisma senza eguali. Con lui musicisti che confermano sempre più un grande affiatamento.
La sezione ritmica formata da Gennaro Barba, alla batteria, ed Enzo Cascella, al basso, hanno supportato con efficacia gli assolo di Pako Capobianco, alla chitarra, e le evoluzioni alle tastiere di Sasà Priore e Irving Vairetti. Non solo la colonna sonora di Milano: Calibro 9 nella scaletta, ma anche brani storici del loro repertorio come L’uomo, ‘A zingara, In un vecchio cieco, Vado verso una meta, Ce vulesse, Taka boom, Fuje ‘a chistu paese eseguiti con la presenza straordinaria di David Jackson, icona del prog inglese. Il sassofonista ex componente dei Van der Graaf Generator ha mostrato ancora oggi una voglia di suonare senza pari che ben si sposa con quella degli Osanna. La conferma è avvenuta durante l’esecuzione di Theme one, uno dei classici della band di Peter Hammill. L’ultimo brano del set degli Osanna ha mandato in visibilio il pubblico presente, anticipando l’esibizione di Vittorio De Scalzi.
L’ex leader dei New Trolls ha regalato momenti di grande emotività con una perfetta performance di “Concerto Grosso”. La presenza dell’orchestra è stata ancora una volta preziosa. De Scalzi, non ha patito l’assenza dei suoi vecchi compagni, riuscendo ad esaltare antiche memorie, accompagnate da sensazioni indescrivibili. Chapeau.
Superba l’esecuzione di Le Roi Soleil da Concerto Grosso N°2 con gli Osanna e l’orchestra. E dopo Una miniera, introdotta da alcuni versi interpretati da Lino Vairetti in dialetto napoletano, i ricordi diventano commozione. De Scalzi da solo alle tastiere canta brani che fanno parte della vita di tutti. Signore, io sono Irish e Quella carezza della sera lasciano dei graffi profondi nell’animo dei presenti.
L’ultimo set de Il Rovescio della Medaglia, a notte inoltrata, ha confermato la qualità delle band che negli anni settanta hanno lasciato il segno nel rock progressivo amato in tutto il mondo. Contaminazione, non è solo il capolavoro della band di Enzo Vita ma è l’esperimento finale della trilogia composta da Bacalov, iniziata con Concerto Grosso e proseguita con “Preludio, Tema, Variazioni e Canzona”. Vita, unico superstite della band originale, ha saputo mantenere alto lo spirito iniziale. Il loro rock non ha subito i segni del tempo e la formazione attuale ha una forza prorompente che ancora oggi li pone tra i migliori interpreti del genere.
Un capitolo a parte merita Leonardo Quadrini e i componenti della sua Orchestra Internazionale della Campania. Il lavoro svolto in fase di preparazione e durante il concerto è stato importante per la riuscita della serata. Ogni intervento è stato misurato e al tempo stesso esaltante. Le sue letture dei brani eseguiti sono state perfette e questo ha consentito la buona riuscita dello spettacolo dedicato al compianto Rino Amato.