Tenta di estorcere denaro da destinare ai carcerati. Incastrato dalle impronte digitali
Avrebbe dovuto pagare mille euro al mese per sostenere i carcerati, con la minaccia di vedersi incendiato il negozio se non avesse fatto fronte alla “spesa”. La richiesta era arrivata tramite un lettera e vittima il titolare di un negozio di Reggio Calabria che, però, ha denunciato l’accaduto.
Da qui sono partiti gli agenti della mobile, in particolare della Sezione reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione, coadiuvati nelle fasi operative dai colleghi delle Volanti, e che oggi sono arrivati all’epilogo della vicenda eseguendo un’ordinanza cautelare - emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale locale – mettendo ai domiciliari un 40enne del posto, Matteo Iannò, ora indagato per tentata estorsione in concorso ed aggravata dal metodo mafioso.
All’uomo si è arrivati grazie alle impronte digitali rilavate sulla carta della lettera. Le indagini, come dicevamo, sono scattate subito dopo la denuncia del commerciante e hanno consentito, grazie all’apporto della polizia scientifica, di identificare il 40enne, già gravato da precedenti per detenzione ai fini di spaccio droga.
Gli investigatori della Mobile hanno poi verificato, attraverso degli accertamenti specifici, che l’indagato, in quel periodo, non svolgesse alcuna attività lavorativa tale da poter giustificare la presenza delle sue impronte sulla busta. Le stesse, accertate anche nella lettera, hanno fatto poi ritenere agli investigatori che l’uomo abbia partecipato al tentativo di estorsione, seguito con delle modalità tipicamente mafiose.
Le indagini hanno dunque consentito ai magistrati della DDa - che hanno coordinato le indagini - di avanzare al gip la richiesta di misura cautelare che è stata eseguita la sera di mercoledì scorso.