Sanità: in Calabria il presente e il futuro della reumatologia pediatrica

Calabria Salute

Diffondere ampiamente la conoscenza delle patologie reumatologiche in età pediatrica, coinvolgere i giovani e accogliere presenze prestigiose a livello nazionale e non solo: la XVII edizione del Congresso Nazionale del Gruppo di studio di Reumatologia Pediatrica della Società Italiana di Pediatria, svoltasi per la prima volta in Calabria, è stata un vero successo che ha consentito il raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase organizzativa.

Grande soddisfazione da parte della dott.ssa Maria Cirillo, responsabile del Centro di Reumatologia Pediatrica dell’Ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, organizzatrice e Presidente del Congresso: “Si è trattato del più importante appuntamento in Italia per chi si occupa di Reumatologia Pediatrica. Abbiamo registrato tantissime presenze che ci hanno consentito di avere una platea sempre affollata, con relatori di altissimo rilievo, come il massimo rappresentante della reumatologia europea e nazionale, il prof. Alberto Martini, ed esponenti di spicco delle più prestigiose Scuole Reumatologiche Pediatriche Italiane, da Genova a Brescia, da Firenze a Roma, per citarne solo alcune. La novità è stata l'apertura ai giovani che hanno avuto modo di presentare casi clinici o lavori affrontati nelle loro sedi. Inoltre, sono state evidenziate le ultime novità in termini di trattamento terapeutico che possono prospettare ai bambini una vita normale.”

“Le malattie reumatologiche pediatriche in Calabria – ha aggiunto la dott.ssa Cirillo – sono poco conosciute sia tra i laici che tra gli stessi medici. Il Congresso che siamo riusciti a portare nella nostra regione è il coronamento dell’impegno di tutti questi anni e il riconoscimento, a livello nazionale, che anche in Calabria la Reumatologia Pediatrica è presente. Il futuro? Contiuare a stringere rapporti con le eccellenze sanitarie del Centro-Nord per migliorare l’impegno di tutti e garantire ai nostri piccoli pazienti le stesse aspettative di cura che tutti i bambini devono poter fruire ovunque vivano.”

Bilancio più che positivo anche per il prof. Angelo Ravelli, segretario del Gruppo di Studio Italiano di Reumatologia Pediatrica e, tra gli altri ruoli ricoperti, direttore della divisione di Reumatologia dell'Istituto Gaslini a Genova: “L'evento congressuale svoltosi lo scorso weekend all'Università Magna Graecia è stata un'occasione storica. In Calabria, fino a qualche tempo fa, non vi erano specialisti di Reumatologia Pediatrica; ora, anche in questa regione se ne parla grazie al lavoro della dott.ssa Cirillo, una professionista molto attiva, sia nell'assistenza clinica che nell'organizzazione di incontri di approfondimento”.

“In queste giornate - ha sottolineato Ravelli - abbiamo discusso di molti progetti collaborativi che si svolgeranno nei prossimi mesi e ci sono state relazioni sui temi più attuali della Reumatologia Pediatrica. E poi tanti giovani che per la prima volta sono stati inviati come relatori e hanno dimostrato come la nostra disciplina sia viva e abbia un grande futuro davanti a sé.”

LE DICHIARAZIONI DI ALCUNI RELATORI

Prof. Alberto Martini, già direttore del Dipartimento di Pediatria e poi Direttore Scientifico dell’Istituto Gaslini fino a dicembre 2018 e, attualmente, professore ordinario di Pediatria e presidente della PRINTO (Paediatric Rheumatology International Trials Organization): “'E stato importante portare questo Congresso in Calabria che è una regione ricca di intelligenze e cultura che si sta uniformando ai livelli di eccellenza che la Reumatologia Pediatrica ha in Italia. Negli ultimi 10 anni la prognosi e le terapie relative a questo tipo di patologie è migliorata notevolmente e il contributo italiano a questi progressi è stato molto rilevante”.

Dott. Nicola Ruperto, pediatra dell'Istituto Gaslini e componente della PRINTO (Paediatric Rheumatology International Trials Organization): “La rete di ricerca PRINTO - che abbiamo costituito 23 anni fa e raggruppa ad oggi circa 80 paesi in tutto il mondo e oltre 600 centri di reumatologia pediatrica - si occupa di studiare i farmaci che possono essere usati nella pratica clinica corrente e ha consentito di offrire tante alternative terapeutiche ai bambini. C'è da precisare che l'apporto dei medici del Sud in questa cooperazione è sempre molto significativo”.

Prof. Francesco Zulian, professore associato di pediatria, responsabile del Centro di Reumatologia Pediatrica di Padova: “E' positivo che la conoscenza di queste malattie venga affrontata in tutte le regioni d'Italia, in modo da evitare la migrazione dei pazienti verso il Nord. Ho relazionato sulle sindromi sclerodermiche che sono malattie rare che portano, in alcuni casi, alla morte o alla disabilità della zona interessata. La terapia prevede trattamenti immunomodulanti e immunosoppressivi per i quali il Gruppo taliano di Reumatologia Pediatrica ha molto contributo nella diffusione”.

Dott. Marco Gattorno, pediatra reumatologo dell'Istituto Gaslini e presidente della Società Internazionale delle Malattie Autoinfiammatorie: “Ho trattato il tema del paziente con febbre mediterranea familiare, molto diffusa in Calabria e Sicilia dove ci sono episodi ricorrenti di febbre alta con dolori addominali. Si tratta di una malattia genetica che è importante riconoscere precocemente perché può avere importanti complicanze a lungo termine. Il trattamento storico è quello con la colchicina ma ora esistono nuovi farmaci biologici. Stiamo realizzando un registro nazionale-internazionale per poter facilitare il riconoscimento di queste patologie”.

Dott. Antonella Insalaco, dirigente medico, con alta specializzazione in malattie autoinfiammatorie, all'Ospedale Bambin Gesù di Roma: “Per tantissimo tempo le forme di malattie autoinfiammatorie con febbre periodica hanno avuto come unico trattamento efficace la colchicina. Negli ultimissimi anni si è chiarita la patogenesi e si sono sviluppati una serie di trattamenti che possono migliorare la qualità di vita dei pazienti”.

Prof. Rolando Cimaz, responsabile della UOC di Reumatologia Clinica Pediatrica all'Ospedale Gaetano Pini di Milano e professore ordinario di Reumatologia all'Università degli Studi di Milano: “Appuntamenti come questo Congresso servono non soltanto al confronto tra gli specialisti del settore ma anche a far cultura per i medici e pediatri del territorio. Nella mia relazione ho descritto il progetto 'Hand to Hand' che è stato realizzato negli ultimi anni tra reumatologi pediatrici e dell'adulto. Il nome significa procedere mano nella mano e riguarda il cosiddetto processo di transizione che accompagna l'adolescente nel passaggio all'età adulta e tutte le problematiche che possono insorgere”. Il concetto è stato ribadito dal prof. Clodoveo Ferri, già direttore della cattedra di Reumatologia dell'Università di Modena e Reggio Emilia: “E' necessario un raccordo fra i medici dell'età infantile e quella adulta per poter seguire al meglio i pazienti. Fondamentale, poi, la diagnosi precoce che è possibile solo se si realizza una rete tra specialisti”.

Dott. Marco Catallini, dirigente medico, ricercatore universitario e responsabile della Reumatologia Pediatrica dell'Ospedale Civile di Brescia: “Questo Congresso annuale è un appuntamento imperdibile per il nostro gruppo di studio. La Calabria è una parte importante della nostra rete. Io mi sono soffermato sulle interferonopatie, malattie rare con manifestazioni cliniche eterogenee per le quali si stanno sviluppando degli approcci terapeutici molto interessanti”.

Dott. Gabriele Simonini, responsabile della Reumatologia Pediatrica dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze: “Noi reumatologi pediatrici siamo una comunità relativamente piccola e abbiamo bisogno di momenti di incontro e confronto come questo Congresso nel quale abbiamo avuto la possiblità di approfondire alcuni argomenti che spesso non si ha occasione di affontare. Sono intervenuto sulle caratteristiche di un farmaco sicuro, di rapido utilizzo e pronta managevolezza, l'adalimumab, che ha ancora il suo ruolo importante nel trattamento delle malattire reumatologiche pediatriche”.

Dott.ssa Antonella Celano, presidente della APMAR Onlus (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare): “La Calabria è spesso portata come esempio di sanità negativa, in realtà le professionalità ci sono e meritano di essere valorizzate perché sono fondamentali per limitare i viaggi della speranza; inoltre, occorre migliorare i servizi offerti”.