Coronavirus, secondo il Ministero la Calabria tra le regioni “con maggiori difficoltà”

Calabria Salute

“Con riferimento alla gestione dei potenziali casi di coronavirus, si rappresenta che – tra le regioni – la Calabria risulta essere quella con maggiori difficoltà di gestione dell’emergenza epidemiologica, non essendo dotata di una struttura specifica a tal fine dedicata”. È quanto contenuto nella circolare ministeriale relativa alla gestione in Italia dell’epidemia da coronavirus che recita ancora: “A tale riguardo, si sottopone alle valutazioni, l’individuazione di una figura specificatamente incaricata di sovrintendere a tale situazione di emergenza”. La circolare è a firma del dott. Claudio D’Amario della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute.

La Regione Calabria però, ha inteso rassicurare i calabresi sottolineando di essere tra le prime regioni italiane ad aver aderito ai protocolli nazionali e dunque invita al “non allarmismo”. Il direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute, Antonio Belcastro, contattato dall’Agi sull’emergenza “coronavirus” ha illustrato le misure messe in campo per affrontare le eventuali problematiche legate all’epidemia.

“La Calabria – ha affermato – è stata tra le prime Regioni ad aver aderito ai protocolli nazionali. Il ministero della Salute ha istituto il numero verde 1500 al quale chiunque si trovi sul territorio nazionale può chiamare. Non è un call center, perché a rispondere sono medici specialisti in malattie infettive, che a loro volta fanno una prima scrematura. Se questi operatori – ha spiegato il dg del Dipartimento regionale Tutela della Salute – si rendono conto che ci può essere un sospetto, invitano chi ha chiamato a rivolgersi a un numero unico della propria regione, che abbiamo individuato nel reparto malattie infettive dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, operativo 24 ore su 24.

A loro volta gli operatori sanitari del “Pugliese” fanno un’ulteriore selezione: se ritengono che ci sia il sospetto indirizzano chi ha chiamato al reparto malattie infettive di Catanzaro se è dell’area centro, o di Reggio se è della provincia reggina o a Cosenza se è della provincia reggina. Questa è stata la procedura seguita per il caso sospetto di Taurianova (LEGGI QUI).

In generale – ha quindi sostenuto Belcastro – abbiamo attivato tutte le aziende sanitarie e ospedaliere, abbiamo allertato l’Ordine dei medici, insomma, abbiamo predisposto un’attività capillare partendo dalla procedura che abbiamo descritto”. Nel pomeriggio di ieri la Regione Calabria, con i Dipartimenti Tutela della salute e Protezione civile, è stata in collegamento in videoconferenza con la Presidenza del Consiglio dei ministri.