Al via progetto sulle aree tranquille del Parco della Sila
Identificare, mappare e valorizzare le “Aree Tranquille”, ovvero i luoghi dove l’assenza di fattori di disturbo (sorgenti di rumore, inquinamento luminoso, strade con intenso traffico veicolare) e la presenza di caratteri percepibili permettono a chi li frequenta di sperimentare benessere e “capacità rigenerativa”.
Questo l’obiettivo del progetto Definizione, individuazione e mappatura delle aree tranquille (Tranquillity areas mapping) nel Parco Nazionale della Sila / Area Mab Unesco”. Il primo incontro si è svolto nel centro visite Cupone del Parco nazionale della Sila a Camigliatello Silano.
Nato da un accordo di collaborazione tra il dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, il Parco Nazionale della Sila e il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (CNR-ISAFoM) di Rende, il progetto durerà due anni e servirà per raccogliere dati qualitativi e quantitativi, anche attraverso l’interazione con gli stakeholder e la somministrazione di appositi questionari, rivolti sia a residenti sia a visitatori, e miranti a rilevare la percezione sociale della tranquillità in relazione ai diversi luoghi ricadenti nel Parco Nazionale della Sila. Sulla base del lavoro svolto e delle mappe che saranno prodotte sarà possibile non solo delineare strategie e per tutelare le “oasi di tranquillità” individuate, ma anche mitigare o eliminare, in tutto o in parte, le condizioni di disturbo.
Al Focus Group hanno partecipato numerosi stakeholder provenienti da aree istituzionali, imprenditoriali e dall’associazionismo, ed operanti nel territorio del Parco Nazionale della Sila. I lavori, moderati dal giornalista Luigi Pandolfi, si sono aperti con i saluti di benvenuto del Ten. Col. Gorpia (Comandante Carabinieri per la Biodiversità di Cosenza), del Col. Curcio (Presidente Parco Nazionale della Sila), di Veltri (referente per il CNR-ISAFoM) e di Modica (referente per il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria). Quindi, si è proseguito con la fase di presentazione e motivazione del focus group, svolta con il coordinamento di Vivona del CNR-ISAFoM.
Gli aspetti scientifici e metodologici sono stati illustrati da Salvatore Di Fazio, del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La sua relazione dal titolo “Tranquillity Areas Mapping”, è stata incentrata sull’importanza dell’identificazione e del mantenimento del carattere di “tranquiliità” del paesaggio nel quadro della pianificazione territoriale. Si è fatto specifico riferimento alla Convenzione Europea sul Paesaggio, ai servizi ecosistemici forniti da quest’ultimo, all’importanza delle aree tranquille per il benessere della popolazione, alle ricadute economiche della loro tutela e valorizzazione anche per lo sviluppo di molteplici attività che possono avvantaggiarsene (educative, ricreative, turistiche, socio-sanitarie).
Giuseppe Modica, nella sua relazione dal titolo “La mappatura delle aree tranquille nella pianificazione sostenibile delle aree naturali protette” ha approfondito, da un punto di vista metodologico e procedurale, le fasi di raccolta, analisi e trattamento dei dati finalizzati alla produzione delle mappe di tranquillità. Le due relazioni sono state supportate dai risultati della ricerca sul tema avviata dal gruppo RurAL (Rural Architecture and Landscape) del Dipartimento di Agraria sin dal 2012 e che ha condotto ad una prima applicazione della metodologia nel territorio del Parco Regionale delle Serre.
A valle della sua relazione, iModica ha presentato agli stakeholders intervenuti uno specifico questionario, finalizzato alla raccolta di informazioni legate alla percezione delle “aree tranquille” nel territorio del Parco della Sila. L’incontro è servito per testare il questionario, già nella fase di strutturazione, tra interlocutori privilegiati e rappresentativi, raccogliendo da essi proposte di modifica prima di una sua più generale somministrazione.
Il focus group è quindi proseguito con una discussione sui temi trattati, aperta al contributo di tutti gli stakeholders, e si è concluso con una “esperienza in natura”, percorrendo insieme il sentiero “Da Cupone a Zarella”.