Giornata nazionale del cane, Uici Reggio la celebra con un convegno

Reggio Calabria Attualità

Ha riscosso successo il convegno, dal tema “Cane guida: Amico… Compagno per la Vita!”, organizzato dalla Sezione Territoriale Uici di Reggio Calabria, presieduto ieri, 16 ottobre da Paolo Marcianò, nel corso della Giornata nazionale del cane guida.

Nella mattinata della città calabra antistante lo Stretto, all’interno dell’Aula Magna dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, ha offerto un vivido racconto esperienziale, scientifico e normativo su quello che è l’anelito più impegnativo, e nel contempo, più toccante, per chi non ha la possibilità di cogliere con gli occhi l’esteriorità della realtà mondana: vivere pienamente e autonomamente il grande romanzo dell’esistenza.

Un racconto enucleatosi attraverso articolati contributi e circostanziate relazioni, che hanno accompagnato la celebrazione di ieri, patrocinata dal Consiglio regionale Uici della Calabria, presente col suo massimo dirigente, Pietro Testa, e con Luciana Loprete, vicepresidente regionale, nonché presidente della Sezione Territoriale di Catanzaro, e ospitata dal summenzionato ateneo reggino, da un'istituzione che, essendo aperta alle culture, alle sensibilità, alle provenienze esogene, è "un presidio d'integrazione", adoperando le parole del rettore Salvatore Berlingò, il quale non ha fatto mancare il proprio saluto ai convegnisti, la cui appassionata partecipazione al meeting, moderato dalla Francesca Barranca, Consigliere Uici della Sezione Territoriale di Reggio Calabria, ha reso speciale la giornata, che ha registrato anche la partecipazione dei componenti il Consiglio territoriale Uici reggino, tra cui la vicepresidente Francesca Marino, il presidente onorario Fortunato Pirrotta e i consiglieri Salvatore Parisi e Franco Barillà, del Consigliere regionale Uici Armando Paviglianiti, e, in rappresentanza della Polizia di Stato, del Vice Questore di Reggio Calabria, Luciano Rindone.

“Una giornata che – come spiegato da Annamaria Palummo, Consigliere nazionale dell’Uici – ha un significato particolare, contestualmente alla quale, il presente simposio ha una valenza peculiare, introdotta dal tema: Il cane guida… Amico… Compagno per la Vita. Già, in esso, c’è tutto: il cane guida è veramente un compagno di vita per coloro ai quali gli occhi non regalano la luce. Il tema pone in evidenza, e in ciò sta la peculiarità del taglio impresso al convegno, un elemento ovvio, per noi addetti ai lavori, ma purtroppo socialmente trascurato, ovvero il carattere, la funzione totalizzante, che, nell’universo esistenziale del non vedente, assume il cane guida. Ma andiamo per ordine. Il cane guida, per la persona non vedente, è un ausilio insostituibile; un ausilio, che, purtroppo, in Calabria, rispetto a tutte le altre Regioni, si utilizza poco".

"Questo perché, paradossalmente, - è stato sottolineato - il cane può giungere a costituire un ostacolo, venendo spesso non accettato nei meandri del consesso sociale, in barba alle leggi esistenti al riguardo, le quali permettono l’accesso in tutti gli esercizi pubblici, nelle strutture, sui mezzi di trasporto” come evidenziato, durante i lavori, anche dall’avvocato Annunziato Denisi, consulente legale dell’Uici, il quale, partendo dall’illustrazione della legge n. 37 del 1974, che, per l’appunto, consente l'accesso del cane guida sui mezzi e nei luoghi aperti al pubblico, ha accuratamente argomentato in merito alla normativa internazionale che prevede questa possibilità, nonché relativamente alle detrazioni fiscali sui costi di mantenimento e sull’acquisto del cane guida, soffermandosi, inoltre, su uno specifico disegno di legge regionale, presentato dal Consiglio regionale Uici della Calabria, e sul dovere della persona che si avvale del cane guida di accudire al meglio il proprio amico a quattro zampe”.

“Insomma, l’impianto normativo esiste, ed è pure esaustivo, in merito al cane guida e alla questione della sua accessibilità. Eppure quest’accessibilità non sempre assume fattualità, scontrandosi con assurde barriere mentali; le barriere che inducono a rifiutare il cane e, con esso, la persona, determinando un’esecrabile forma di discriminazione, figlia di una cultura bloccata, chiusa, gretta, foriera di un anacronismo valoriale, di fronte a cui occorre tenere la guardia alta, promuovendo ogni misura, ogni azione possibile finalizzata a relegare tra i refusi del passato, stavolta definitivamente, quella superficialità, quell’indifferenza, quel pregiudizio, tutti quei disvalori marginalizzanti i ciechi e gli ipovedenti, e la disabilità nel suo complesso. In questo senso – ha affermato la dottoressa Palummo –, il cane guida è un alfiere di modernità, relativamente a cui l’Uici lavora costantemente, al fine di rendere il più possibile sostenibile, per chi lo sceglie come aiuto quotidiano, la sua adozione, il suo mantenimento e la sua cura; un alfiere di modernità che è un amico fedele per i non vedenti, un amico che è facile ottenere e attraverso il quale è facile appropriarsi di una gratificante autonomia, della dolcezza contrassegnante la libertà, insostituibile compagna della dignità, della felicità, della realizzazione di ogni essere umano”.

“Sì, siamo arrivati al punto: il cane guida, - ha detto ancora Palummo - per il non vedente, è libertà; in questo senso, il cane guida è realmente un compagno per la vita, la luce in grado di scaldare la gioia, di schiarire le difficoltà, di dare colore al grigiore che, altrimenti, egemonizzerebbe i nostri momenti. Un compagno per la vita, la cui adozione deve trovare maggior diffusione, essendo, essa, una delle strade principali da percorrere verso l’obiettivo di una sempre maggiore integrazione, sociale e professionale dei non vedenti, che, poi, è l’obiettivo a cui la nostra attività, come Uici, è, da quasi cento anni, votata. Un’attività che, del resto, ha nella promozione dell’adozione del cane guida una precipua direttrice e afferentemente a cui è, naturalmente, indispensabile un lavoro collettivo, veicolante instancabilmente un messaggio: l’handicap visivo è quello che creiamo noi, nel momento in cui ci relazioniamo con gli altri; il limite sensoriale, invece, è un limite che può essere superato attraverso diversi ausili, tra i quali un posto distinto è occupato dal cane guida”.

“Un ausilio eccezionalmente efficiente, che, tuttavia, a volte, suscita timore, diffidenza, dubbi; stati d’animo, questi, totalmente ingiustificati, cagionati dalla non conoscenza, quindi, da un nostro limite, da un ostacolo eretto dalla nostra mente, nella nostra mente, - come asserito da Lavinia Garufi, rappresentante del centro tiflodidattico della Calabria. Un ostacolo da abbattere con la documentazione, con l’informazione, con la presa di coscienza sulle peculiarità di questi cani, il cui addestramento viene curato in strutture di eccellenza, come quelle di Messina, ove è attivo il rinomato Centro Helen Keller e di Firenze”; ‘vere e proprie scuole, dove – ha spiegato l'avvocato Denisi – gli amici a quattro zampe vengono preparati, da personale altamente qualificato, a vivere con la persona non vedente ogni momento della giornata, in un legame molto stretto, assicurando un’adeguata autonomia di movimento e restando, in ogni circostanza, sicuri punti di riferimento; questo, attraverso metodiche volte a rendere questi cani tranquilli, calmi, pronti ad adempiere il compito delicato che viene loro demandato’.

Essi non solo guide: sono compagni di svago e di lavoro, sono aiuto continuo, sono una presenza rasserenante, una figura, sì, una figura per nulla aggressiva, per nessuno aggressiva” - come emerso dalla testimonianza del Signor Antonino Rosace, referente della commissione regionale cani guida dell’Uici, che ha raccontato la perfetta simbiosi instauratasi col suo cane Whisky.

“Il cane guida – ha concluso Palummo - è, dunque, una figura da rispettare, da accogliere, tenendo sempre presente che accogliendo il cane si accoglie, si accetta e si aiuta la persona non vedente; accogliendo il cane guida si contribuisce a destrutturare ogni paradigma pregiudiziale verso ciò che non si conosce; accogliendo il cane guida si cresce eticamente e si fa crescere il senso morale di una società. Ecco perché noi teniamo a questa giornata di sensibilizzazione: perché vogliamo che si veicoli un messaggio positivo di cultura di accesso, di cultura che include, di cultura confutante ogni forma di discriminazione, di cultura donante linfa ai nobili valori dell’uguaglianza, della libertà, dell’amore”. Quei valori che danno linfa alla nostra esistenza di sorelle e fratelli accomunati dal desiderio di vivere intensamente i tempi della nostra vita, del nostro dono più bello”.