Geofisica: il vulcano di Ovidio oggetto di uno studio scientifico: seminario alle Terme Luigiane
Una ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Tectonics dell’American Geophysical Union (Agu), ha posto degli interrogativi sulla relazione esistente tra il complesso vulcanico sottomarino inattivo Diamante Enotrio Ovidio e Scalea.
Il vulcano in questione - collocato a circa cinque chilometri dalla costa nel bacino di Paola e il Golfo di Sapri - è stato oggetto di presentazione nel corso di un seminario svoltosi, alle Terme Luigiane.
L’organizzazione dell’evento è avvenuta su iniziativa delle stesse Terme Luigiane, dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” e dell’Unpli Cosenza, con relatore Riccardo De Ritis, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, primo firmatario della ricerca, condotta nel mar Tirreno meridionale da un team, composto in rappresentanza delle Università di Palermo, Catania, Messina e della “Sapienza” di Roma.
De Ritis, accompagnato dal consulente scientifico delle Terme Luigiane, Sergio Mazzulla, ha effettuato un sopralluogo alle sorgenti delle terme, dalle vasche di preparazione dei fanghi e delle alghe, allo scarico delle acque nel fiume “Bagni” fino ad arrivare alla foce sulla costa tirrenica, per completare la visita nel punto più alto del paese di Guardia Piemontese per una visione d’insieme del complesso montagnoso e nello stesso tempo di dominio sulle acque del mar Tirreno.
Una idea e una visione d’insieme che lo hanno portato nel pomeriggio a svolgere il suo seminario, moderato da Franco Bartucci, portavoce dell’Associazione internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, di presentazione della ricerca con la partecipazione tra gli altri del presidente dell’Unpli Cosenza, Antonello Grosso La Valle, dell’assessore al turismo del Comune di Dianmante, Francesca Amoroso, del sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, del Sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo, in rappresentanza anche del Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci.
“Nella visione del nostro lavoro – ha sostenuto Riccardo De Ritis, nel suo intervento - il legame tra le Terme Luigiane e il campo vulcanico-magmatico si interpreta con la presenza di corpi magmatici intrusivi - ossia magma che ha alimentato i centri vulcanici che, non riuscendo ad arrivare in superficie, si è fermato e si è raffreddato in profondità - posti in posizione prossima alla costa. Questi corpi sono posti ad una profondità abbastanza superficiale che taglia buona parte della sequenza stratigrafica. Alcuni di loro arrivano anche a deformare il fondale marino. Queste informazioni ci suggeriscono che i corpi non sono molto antichi e pertanto il processo di raffreddamento che hanno subito è probabile abbia interferito con il sistema idrogeologico cedendo il calore che alimenta il sistema idrotermale ubicato pochi chilometri ad est della intrusione conosciuta più prossima alla costa.”
“Questo aspetto – ha argomentato ancora - è collaterale alla nostra ricerca ma a mio avviso vale la pena di investigarlo nel dettaglio, come del resto ho già iniziato a fare. Lavori pregressi danno un’origine diversa alle Terme sulla base della segnatura geochimica delle loro acque. Questa segnatura definisce un’origina meteorica; la reazione esotermica generata dal contatto di queste con le formazioni evaporitiche avrebbero fornito calore. Dato che al momento della scrittura dei lavori precedenti non era ancora conosciuta la presenza del campo vulcanico-intrusivo di Ovidio, a mio modo di vedere – ha proseguito il discorso - le due ipotesi sull’origine del termalismo possono coesistere. Infatti, è plausibile pensare che il circuito idrogeologico delle terme sia quello individuato dalle analisi geochimiche mentre nulla vieta che il calore sia fornito da o anche dalla cessione di calore da parte delle intrusioni poste a bassa profondità”.
Un seminario interessante che merita attenzione soprattutto per il prosieguo della ricerca per come sollecitato dai due Sindaci e dall’assessore presente all’incontro che deve coinvolgere le istituzioni del territorio e della regione per gli ulteriori sviluppi che possono sfociare in benefici e conoscenza.