Catanzaro. Presentato il progetto “Lessico delle parlate arbereshe”
È stato presentato oggi a Catanzaro, nella Sala Consiglio del Palazzo di Vetro, il progetto “Lessico delle parlate arbëreshe del Catanzarese”. Il progetto ministeriale finanziato ai sensi della legge 482/99 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche è il frutto della collaborazione - avviata lo scorso anno con il primo Sportello Linguistico Provinciale di Catanzaro - tra l’Università della Calabria (Dipartimento di Linguistica, Sezione di Albanologia) e l’ente provinciale, ai fini della valorizzazione del patrimonio linguistico, storico ed etno-antropologico delle sei comunità arbëreshe presenti nel territorio provinciale. Il progetto appena concluso ha portato alla compilazione di un archivio digitale in cui sono state raccolte e schedate le informazioni lessicografiche riguardanti le comunità albanofone della Provincia di Catanzaro: Andali, Caraffa, Vena di Maida, Marcedusa e Zangarona di Lamezia Terme. Inizialmente, era stata inclusa nell’indagine sul campo anche la comunità di origine albanese di Gizzeria, ma nel corso della stessa le ricercatrici hanno constatato in loco l’assenza di lemmi in lingua arbëreshe da inserire nel database. Gli esecutori del progetto sono quattro giovani collaboratori della Sezione di Albanologia dell’Unical: le d.sse Maria Luisa Pignoli, Giovanna Nanci e Maria Teresa Torchia, incaricate di reperire i dati lessicali necessari alla compilazione del database, e l’ing. Battista Sposato, addetto a predisporre e implementare il sistema informatico atto a raccogliere il lessico delle parlate arbëreshe oggetto di studio. Le tre studiose, munite di registratori vocali, nei mesi trascorsi si sono recate nelle suddette comunità ed hanno sottoposto ad un gruppo di parlanti locali, ad hoc individuato, apposite domande tramite i questionari ALE 1 e ALE 2 (Atlas Linguarum Europae) e la lista di “parole concetto” nota come Swadesh List. Il materiale raccolto è stato minuziosamente selezionato e “caricato” nelle relative sezioni del database informatico appositamente predisposto, nel quale compaiono i seguenti dati: il lemma nella parlata locale, la trascrizione fonetica secondo l’alfabeto fonetico internazionale (IPA), la traduzione in italiano, la categoria grammaticale, il tipo di fonte e di catalogazione, e infine il formato sonoro di ciascun lemma. Il pregio del database è quello di offrire al fruitore la possibilità di confrontare i termini delle diverse parlate arbëreshe censite e di ascoltare la pronuncia di ogni singola parola registrata. Il prodotto finale del lavoro è un dvd corredato da un opuscolo in formato cartaceo, che verrà distribuito alle famiglie, alle scuole e alle associazioni culturali di tutte le comunità oggetto di studio.
Il prof. Francesco Altimari, direttore del Dipartimento di Linguistica dell’Unical nonché referente scientifico del progetto, e la presidente Wanda Ferro, con delega provinciale alle minoranze linguistiche, concordano sul concetto di “diversità” come elemento imprescindibile nella formazione e presa di coscienza di un’identità plurima e non univoca, aperta all’altro, sempre più vicino a noi. Tale “diversità” trova nella lingua la propria rappresentazione più palese e peculiare in quanto mezzo per comunicarla all’esterno e proiettarla in dimensione globale. Di fronte alla palese situazione di indebolimento, a cui è soggetto l’uso dei dialetti arbëreshë all’interno delle comunità storiche italo-albanesi, una tale iniziativa costituisce un importante contributo alla conservazione e alla rievocazione del patrimonio linguistico, inteso come parte integrante dell’identità italo-albanese. A detta delle ricercatrici, le indagini condotte presso le comunità arbëreshe coinvolte nel progetto hanno avuto un forte riscontro nella popolazione, in particolare tra le fasce di età avanzata, che hanno mostrato un vivo interesse nei confronti delle interviste condotte e hanno espresso il desiderio di vedere potenziato soprattutto tra le nuove generazioni l’uso della loro antica parlata.