Il fascino della radio: Gianfranco Valenti ospite del Festival d’Autunno
«In un Festival dedicato alla parola non potevamo certo trascurare il mezzo di comunicazione che, più di qualunque altro, la usa per suggerire emozioni a chi l'ascolta: la radio». E' stato il direttore artistico del Festival d'Autunno, Antonietta Santacroce, a introdurre l'incontro che, nella cornice del Museo del Rock di Catanzaro, ha ospitato l'autore e speaker di Rai Radio 2 Gianfranco Valenti.
«Un catanzarese doc che non solo è oggi un conduttore molto apprezzato, fresco del successo di “Che spettacolo” condotto con Silvia Salemi, ma – ha proseguito - anche docente di “Tecniche dell'intrattenimento radiofonico” dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Un professionista che può dare la sua chiave di lettura del fenomeno radio, un mezzo di comunicazione che è sopravvissuto prima alla rivoluzione della televisione, poi a quella di Internet».
E' toccato al giornalista Davide Lamanna avviare la conversazione con Valenti, del quale ha ricordato i primi passi mossi a Radio Valentina, con il “Paraponziponzishow”, nel 2002.
«E' da lì e grazie a Frank Teti che è cominciata la mia passione per la radio – ha raccontato – anche se il mio obiettivo era di diventare un giornalista. Poi, dopo uno stage post laurea a Radio Rai, ho cominciato a frequentare quel mondo e ad innamorarmene».
Valenti ha ricordato il suo rapporto stretto con Renzo Arbore, «un'artista con il quale mi confronto sempre e che stimo profondamente», e sollecitato dal giornalista che gli ha chiesto come si fa a non produrre contenuti banali, ha risposto: «Il segreto sta nel coinvolgere il pubblico quanto più possibile. In questo dovremmo prendere esempio dai social: più riusciamo a far condividere un post, più significa che abbiamo fatto centro con quell'argomento. In ogni caso ciò che conta è la brevità: in tre minuti si deve essere capaci di dire ciò che si deve. Se non si riesce il pubblico si annoia». Sulla nuova tendenza della radio che “va” in televisione e sul rischio che si perda il fascino delle voci senza un volto, Valenti ha detto di non essere particolarmente contrario: «E' chiaro che non se ne dovrebbe abusare ma non vedo pericoli se il prodotto riesce a intercettare il consenso della gente».
L'incontro ha registrato la partecipazione di molti speaker di radio locali. Fra questi Frank Teti, Mimmo Macario – che ha ricordato l'esperienza quasi pioneristica di Radio Telespazio, Pino Chiarella, Eugenio Conforto, Nino Mirante Marini, Giuseppe Panella. E alla domanda sulle caratteristiche che dovrebbero avere le radio che operano sul territorio, Valenti non ha esitato a dire che «dovrebbero essere una sorta di laboratorio in cui far lavorare soprattutto i più giovani, i quali possono sperimentare con maggiore libertà rispetto a ciò che si può fare nelle radio più grosse».
A intervenire anche un volto e una voce storica di Rai 3 Calabria, Gregorio Corigliano il quale ha voluto sottolineare l'importanza dell'informazione in qualsiasi emittente radiofonica: a suo avviso è lì che sta la differenza tra un palinsesto di qualità e uno che non lo è.
A Valenti è stato chiesto anche di raccontare il suo rapporto con Silvia Salemi nell'esperienza di co conduzione appena conclusa: «Inizialmente non nascondo di aver avuto qualche perplessità. Poi ho scoperto una professionista seria e preparata con la quale mi son trovato benissimo».
E sui prossimi impegni professionali nessuna anticipazione: «Ciò che è certo è che vorrei lavorare senza avere troppi paletti e troppe costrizioni. Vedremo se ci saranno le condizione per un'esperienza di questo genere».
Un incontro a più voci che, in conclusione, ha esaltato la funzione della radio, locale in particolare, nella misura in cui sappia farsi interprete delle esigenze informative e di intrattenimento del territorio.
Il Festival prosegue ora con uno straordinario appuntamento, quello con Cristiano De André: “De André canta De André”, del prossimo 31 ottobre al Politeama di Catanzaro, che si appresta ad essere un evento sold out.