Morano conferisce cittadinanza onoraria al professor Leonardo Alario
Numerose personalità del Comune moranese hanno offerto il proprio contributo nel corso della cerimonia ufficiale che ha ieri conferito la cittadinanza onoraria al professor Leonardo R. Alario, era presente il consigliere regionale Gianluca Gallo, il vicepresidente nazionale della Fitp Gerardo Bonifati, il presidente dell’associazione Calabria Citra Remo Chiappetta, il vicepresidente dell’Accademia Pollineana Pasquale Pandolfi, la dirigente scolastica dell’I.C. Morano-Saracena Francesca Nicoletti, l’editore Mimmo Sangineti. Uno stuolo di studenti ha reso vivace e brioso l’evento e ha consentito al festeggiato – perché di una bella festa si è trattato - di dialogare con alcuni di essi distribuendo suggerimenti e consigli.
“E’ un onore e un privilegio l’omaggiare una figura di così alto profilo e spalancare le porte della nostra comunità a un figlio di questa nostra martoriata terra di Calabria. Un figlio che spende i suoi giorni nello studio e nell’approfondimento, nella ricerca e nell’interpretazione della realtà, relazionando i valori morali, bussola di tutte le civiltà, con ogni forma di progresso e affrancamento sociale e umano – ha detto il sindaco Nicolò De Bartolo introducendo i lavori. Il prof. Alario concorrendo a veicolare l’immagine sana e bella del nostro borgo attraverso i suoi scritti, gli innumerevoli libri pubblicati e, non per ultima, con una intensa attività pubblicistica, rende un grande servigio a Morano che da oggi lo annovera tra i suoi cittadini”.
Quindi si sono alternati Biagio Angelo Severino (Morano Democratica) e Domenico Lombardi (MoranoLab). Entrambi hanno essenzialmente posto l’accento sul senso del dovere e lo studio come fondamentali elementi da opporre al disimpegno e all’indifferenza.
Al capogruppo di Insieme per Morano, Mario Donadio, il compito di presentare i tratti più significativi di Alario: “siamo difronte a una personalità poliedrica, un docente e un formatore di specchiate qualità; un uomo che coniuga quotidianamente virtù intellettuali e amore per la propria terra. Una terra sulla quale troppo spesso e da più parti si inveisce acuendo il dolore di un popolo che però non vuole piegarsi e non intende arrendersi. Le opere del nostro, mirano a trasmettere il bello del patrimonio materiale e immateriale; indagano la ricchezza delle tradizioni, i demotismi, le musiche, la nostra storia antica e moderna, e lo fanno con disciplina e rigore scientifico, decodificandoli in una prospettiva etnoantropologica accessibile a tutti: ed è questa una prerogativa dei “grandi””.
Troppo vasto il curriculum per riportarlo qui fedelmente. Si accontenti il lettore di sapere che subito dopo la laurea in Lettere, conseguita all’Università di Bari, intraprende una lunga e proficua attività di formatore e di scrittore. Contestualmente, una grandinata di successi caratterizzano il suo cammino.
“Sono emozionato e felicissimo per ciò che oggi sta accadendo a me e a questa comunità – è la sintesi dell’intervento di Alario. Siate messaggeri sani di una nuova umanità – ha affermato rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala”. E a proposito dell’identità ha rimarcato come sia “sì utile riconoscerla in tutto ciò che è stato e quanto sia importante farne memoria adeguatamente, ma è parimenti indispensabile costruirla giorno per giorno, affinché tutti possano realizzarsi ed essere felici. Dovete riappropriarvi del “sapere” – ha osservato più volte – per essere liberi. Apriamoci alla cultura e amiamo le nostre radici”. Quattro moranesi illustri, antichi e contemporanei, citati da Alario e additati ai giovani quali paradigmi di intellettualità sopraffine («Bisogna perlomeno sapere chi sono e cosa hanno fatto per noi»): Nicola Leoni (XIX sec) e Vincenzo Severini (1858/1941); Fedele Mastrascusa e Francesco Mainieri, da poco scomparsi. E sull’amore, nell’accezione più completa e nobile di “agape”, tema assai caro alle penne sensibili, straordinariamente efficace il rimando, indicato dal neomoranese, della “comune base semantica dei sostantivi “amore” e “amicizia”, entrambi collegati al verbo “amare” e pertanto tutti e due fortemente connessi in un abbraccio con il “Prossimo”, senza confini, limiti e barriere”.
Visibilmente commosso, Alario, ha ringraziato l’assemblea elettiva e abbracciato, concretamente i moranesi presenti e virtualmente gli assenti per il conferimento della cittadinanza onoraria nella cui pergamena sta scritto: “Il sindaco conferisce cittadinanza onoraria al prof. Leonardo Alario, riconoscendone l’impegno profuso nel custodire, diffondere e valorizzare il nostro patrimonio storico, artistico e culturale in Italia e all’estero”.