Attività pilota al Parco della Sila con i laboratori di governance agroambientale
I “Living Lab”, un approccio orientato all’utente e sull’ecosistema di open innovation, che nasce proprio per integrare processi d'innovazione basati sul coinvolgimento delle comunità d'utenti, non solamente come soggetti osservanti ma anche come fonti di creazione – sono stati centrali nell’attività pilota dei “Laboratori di Governance Agroambientale”, svolti presso la sede amministrativa del Parco Nazionale della Sila, attività prevista nell’ambito del Progetto Crea-Rrn 5.1
Lo start al laboratorio è stato dato dal responsabile nazionale delle Aree Protette e Biodiversità di Legambiente, Antonio Nicoletti, che ha delineato obiettivi e aspettative di questi modelli di progettazione partecipata. Ha poi, sottolineato, il ruolo centrale e fondamentale dei Parchi, in particolare del Parco Nazionale della Sila, nelle discussioni per la strategia da adottare nelle nuove programmazioni. Confermando il “tifo” per i Parchi e per il loro impegno nella tutela di un patrimonio comune.
La discussione è proseguita, con l’intervento del Presidente del Parco Nazionale della Sila, Francesco Curcio, che dopo i saluti ai tanti presenti, ha rimarcato la piena disponibilità del parco a costruire una strategia condivisa e comune per delineare un approccio collettivo alla valorizzazione del territorio, che va dall’agricoltura alla biodiversità, per arrivare alla rigenerazione della Sila attraverso azioni precise per il raggiungimento di obiettivi ben definiti. Il Presidente, ha proseguito sottolineando che la mission del parco è collaborare, salvaguardare il territorio, essere vicini alle realtà imprenditoriali del territorio agevolando il loro sviluppo, perché così facendo la crescita è comune.
Il laboratorio è proseguito con l’intervento di Teresa Lettieri del Crea, che ha aperto una finestra su quali sono gli obiettivi del Crea stesso e sulla motivazione che li ha spinti al Parco Nazionale della Sila. Ha mostrato le misure in materia agro-ambientale che in questi anni sono state attiviate e che hanno prodotto numerosi risultati.
Sull’analisi del passato e del presente ha posto l’accento su due parole chiave e soprattutto un buon auspicio per il futuro: “approccio collettivo”; un modello per suggerire nuove aspettative, esigenze che provengono dai territori e da tutti gli stakeholder interessati, che devono essere presenti nella nuova programmazione e per costruire una governance che è frutto di attività e progettazioni partecipate.
Questo significa: benefici ambientali, aumento della sensibilità degli agricoltori, efficacia della comunicazione e della divulgazione, semplificazione amministrativa e miglioramento delle relazioni tra parchi, imprenditori e le altre organizzazioni. Ha terminato dicendo che la nuova programmazione deve assolutamente avere un approccio collettivo, perché un’azione attuata collettivamente e da diversi soggetti insieme è ben diverso che misurare una singola azione. Antonio Papaleo, sempre del Crea, ha poi raccontato le best practice che in Italia, adottando un approccio collettivo come metodo di progettazione e attingendo alle diverse misure, hanno raggiunto obiettivi importanti sui territori. Ha portato l’esempio delle Marche che ha realizzato un accordo tra i diversi agricoltori per migliorar la qualità delle acque e del suolo. Tante altre sono state le storie positive, di buona governance che hanno messo al centro il valore comune, che Papaleo ha illustrato, per raccontare non solo che si può lavorare bene, ma che gli obiettivi importanti e impattanti si raggiungono agendo insieme.
La parola è passata a Franco Gaudio, responsabile del Crea Calabria, che ha esordito affermando che: “in Calabria è necessario cambiare il passo, per avere risultati, che dopo tanti anni di programmazione, non siamo riusciti ad avere.” Ha proseguito che è impossibile pensare di ottenere obiettivi senza pensare insieme alle azioni comuni. La seconda parte del suo intervento ha messo in evidenza lo stato dell’agricoltura in Sila, di quanto è stato fatto, di quello che è necessario fare e di come il Parco svolge un ruolo fondamentale per agevolare questo cambiamento, soprattutto facendosi portavoce di una progettazione comune e sinergica con gli attori del grande territorio della Sila.
Pietro Tarasi, presidente del Consorzio Tutela della patata della Sila Igp, ha avviato il suo discorso partendo dalle diverse progettazioni che insieme al Parco Sila, stanno portando avanti nell’agricoltura del territorio. Risultati in materia di sostenibilità ambientale, riduzione dei pesticidi nelle colture, che sono da sempre gli obiettivi del Consorzio, che insieme all’assistenza tecnica e ambientale agli agricoltori ha permesso di elevare le aziende in termini di innovazione e sostenibilità ambientale.
Michele Santaniello - rappresentante dell’Ordine Agronomi della Provincia di Cosenza, con il suo intervento, ha confermato il buon auspicio della mattinata: la nuova programmazione deve essere un pilota che guida all’utilizzo delle risorse, ma ancor di più a come tali risorse possano impattare sulla governance agroalimentare. Ha continuato dicendo che il Parco Nazionale della Sila rappresenta l’humus sul quale progettare perché segue e ascolta il territorio e i soggetti che lavorano per la salvaguardia delle risorse ambientali e agricole.
Il Parco Nazionale della Sila sarà la location della conferenza internazionale della montagna, questa la buona notizia che ha dato Mario Grillo – Imprenditore agricolo della Sila, evidenziando che tutta l’Europa sarà nel Parco, e che non sarà una passerella, ma un momento di discussione e confronto, che quest’anno vedrà la nostra montagna mediterranea al centro.
“Questa opportunità, - ha continuato Mario Grillo -, ha rafforzato in me il sentimento che il nostro territorio ha plus importanti capaci di guardare al futuro, il nostro compito è quello di accompagnarlo con caparbietà e con approccio innovativo, per consegnare la montagna e il suo valore ai giovani, perché se uno di loro abbandonerà questo territorio allora abbiamo fallito!”
Le domande e gli interventi sono stati tanti, la condivisione di pareri, saperi e idee hanno suscitato non solo curiosità, ma hanno certamente centrato l’obiettivo del laboratorio: quello di costruire una strategia comune da ritrovare nella nuova programmazione 2021 – 2027, che vede protagonisti gli attori del territorio silano, che ogni giorno creano valore per un territorio che deve essere regista del futuro.