Libri. Presentato all’UBIK “La rete degli invisibili” di Gratteri e Nicaso
“Il calabrese tira a campare. Ci lamentiamo ma cosa stiamo facendo per migliorare il nostro territorio? E mi rivolgo alla scuola, alla politica, a me stesso come procuratore, ognuno di noi potrebbe fare molto di più per far rinascere questa terra.”
Non le manda certo a dire Nicola Gratteri che, insieme ad Antonio Nicaso, ha presentato all'Auditorium Casalinuovo l'ultimo libro scritto a quattro mani, “La rete degli invisibili”.
Un libro nel quale Gratteri - magistrato da trent’anni in prima fila nella lotta alla mafia calabrese - e Nicaso - docente universitario che da trent’anni le dedica la propria attività di studioso -continuano nel loro infaticabile tentativo di indagare e scoprire una realtà criminale sommersa e misteriosa, analizzano la ‘ndrangheta 2.0, sempre più collusiva e sempre meno violenta, e i suoi rapporti con i centri di potere economico, politico e finanziario, la massoneria deviata, il narcotraffico, il “deep web” e i social network.
Durante l'incontro, condotto dal giornalista Pablo Petrasso, gli autori hanno ribadito come la 'ndrangheta sia diventata una delle organizzazioni mafiose più ricche e potenti del pianeta in virtù della sua capacità di cambiare e adattarsi ai tempi.
“Se la politica non poggiasse il fianco caldo alla 'ndrangheta – ha affermato Nicaso - quest'ultima sarebbe già stata sconfitta. I boss sono attivamente impegnati nello spietato governo del territorio, nella corruzione e infiltrazione delle istituzioni e dell’economia legale e nel soddisfare le richieste di imprenditori e operatori economici, in Italia e all’estero, che chiedono alla criminalità beni e servizi necessari per abbattere i costi di produzione, elevare i margini di profitto e acquisire competitività.”
“Le mafie cercano paradisi normativi - ha sottolineato Gratteri - cioè luoghi dove le norme consentano di fare grandi guadagni e poi vengono nel Bel Paese a fare i ricchi e a comprare il made in Italy. L'ultima cosa che c'è rimasta è proprio il gusto, frutto di secoli di civiltà che partono dal Risorgimento. Da qui bisogna ripartire per la rinascita, da quello che noi abbiamo, la creatività.”
“Occorre svecchiare la narrazione delle mafie – ha dichiarato Nicaso – e bisogna abbattere alcuni luoghi comuni: non sono state rivoluzionarie ma reazionarie e sono state sempre dalla parte del potere. Noi la lotta con la mafia non l'abbiamo voluta combattere, per questo non è stata ancora vinta. Una questione che dovrebbe essere nei primi posti di un'agenda politica.”
E i giovani calabresi? “Tantissimi ragazzi, appena laureati – ha evidenziato il Procuratore – vanno via dalla Calabria. Noi abbiamo formato la classe dirigente del Nord. Quelli che rimangono, ben il 53% è disoccupato e di questi, una parte non fa nulla e un'altra è preda della malavita. Perché la 'ndrangheta non ti dà la lenza per essere autonomo ma solo un pezzo di carne.”
“Il sistema comunicativo è anche sbagliato – hanno aggiunto Gratteri e Nicaso - Ci sono continuamente film e serie televisive molto violente che lanciano un messaggio sbagliato e, puntualmente, vengono viste e imitate dai ragazzi negli atteggiamenti. La 'ndrangheta deve essere raccontata ma dobbiamo lasciare ai giovani la speranza che la situazione possa cambiare ma, per farlo ci vuole una forte convergenza politica su una battaglia di civiltà.”
L'evento è stato organizzato in collaborazione tra la Libreria Ubik e l'Istituto Superiore Fermi e con la compartecipazione dell'assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro.