Dopo la Notte delle focere San Giovanni in Fiore raduna la città intorno alle “Faille”
Dopo lo straordinario successo de “La Notte delle Focere”, proseguono a San Giovanni in Fiore i festeggiamenti all’insegna del folklore e della tradizione. Domani, sabato 4 gennaio, in Piazza Abate Gioacchino, nel suggestivo scenario del centro storico florense, dalle 18 e per tutta la serata sarà la volta di “Faille”.
La manifestazione, giunta quest’anno alla sua VI edizione, è promossa ed organizzata dalla Pro Loco florense e dall’assessorato comunale allo spettacolo ed al turismo, guidato da Leonardo Straface.
“Si tratta – afferma l’assessore Straface – di un importante momento di aggregazione per la nostra comunità dedicato soprattutto ai giovani perché con Faille, fondamentalmente, si celebra, per rivalutarla e riscoprirla, un’antica usanza della nostra gente. Le “faille”, sono sostanzialmente le scintille provocate dallo scoppiettio del fuoco che arde. In passato era consuetudine accendere una grande “focera” (fuoco di Natale) in piazza dove si ritrovava tutta la città ed intorno ad essa si formulavano gli auguri a familiari ed amici attraverso 'U Zugghi”, il canto tradizionale florense. Simile alla strina, “U Zugghi” era cantato da i pallapallisi al suono di una fisarmonica, di un tamburello e di una chitarra”.
“Quest’anno – prosegue Straface – la manifestazione sarà arricchita da un concerto di musica popolare e dalla presenza di diversi stand enogastronomici, grazie alla partecipazione di alcuni esercenti commerciali del territorio, in modo da coniugare le antiche tradizioni della nostra terra con la valorizzazione dei prodotti tipici dell’altopiano silano, che sono tanti e tutti di ottima qualità”.
“Mi auguro e spero – conclude Leonardo Straface – che la serata possa attrarre non solo i nostri concittadini che, ne sono certo, saranno presenti in massa per ciò che la manifestazione rappresenta per tutti noi, quanto i tanti turisti presenti in questi giorni in Sila che sicuramente potrebbero godere di un’atmosfera magica di suoni e canti d’altri tempi e degustare le nostre prelibatezze”.