Omicidio Battaglia: i genitori dell’assassino chiedono perdono

Reggio Calabria Cronaca

Chiedono scusa i genitori di Giacomo S., il 15enne che domenica scorsa ha ucciso Antonino Battaglia a Taurianova, nel Reggino. In una lettera indirizzata ai genitori del 27enne gestore del bar "Las Vegas", deceduto martedì mattina agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria scrivono: "vogliamo essere vicini al vostro dolore, partecipare al lutto, piangere con tutti i cittadini un caro ragazzo come Toni: e affidiamo questi sentimenti alla presente perché sarebbe difficile - proprio ora - comparire dinnanzi a voi. Non chiediamo di perdonare nostro figlio: non e' questo il motivo che ci spinge a scrivere". Giacomo domenica pomeriggio intorno alle 17.30 fece fuoco con una pistola 6.35 contro Battaglia per un credito di circa 21 euro che questi vantava nei confronti del minore ferendolo alla testa. "Vi chiediamo - continuano i coniugi - con noi, e con tutti gli altri uomini e le donne che riflettono sui turbamenti dell'adolescenza, le ragioni di un così grande delitto. Voi sapete che non siamo delinquenti: eppure - improvvisamente - ci troviamo un figlio che ha ucciso. Noi per primi vogliamo sapere perché; in che cosa abbiamo sbagliato; cosa fare per redimere nostro figlio". Un appello accorato che continua ragionando sull'atteggiamento del giovane. "Ora comprendiamo il perché dei suoi comportamenti degli ultimi mesi. Aiutati dai legali ci andiamo rendendo conto che essi dovevano metterci sull'avviso, prima che fosse tardi. Tutto questo vogliamo fare per onorare la memoria di Toni, per soffrire con voi per le nostre colpe; perché i ragazzi di Taurianova sappiano quanto male si può fare se tutti noi aderiamo a modelli di comportamento che crediamo che facciano diventare uomini e donne maturi; ed invece ci fanno schiavi di una cultura che ci rende miseri". Poi l'ultima richiesta ai genitori del giovane ucciso: Perdonate noi, se vi e' possibile, per non essere riusciti a sottrarre Giacomo dal suo gesto; noi continueremo ad amarlo per poterlo salvare: non dalla galera, ma da se stesso e dal suo rimorso. Confidiamo nella vostra pietà e vi diciamo che continueremo a piangere, insieme, per la sventura che vi ha colpito. Speriamo nella vostra comprensione - se non nel vostro perdono - indichino alla città un modo più autentico per assumersi la responsabilità di costruire un nuovo mondo".