Salvini in Calabria, prima di Riace visita a sorpresa a Gratteri in Procura
Da Lamezia a Riace ma prima a Catanzaro. Prosegue il tour calabrese di Matteo Salvini che stamattina si è recato a palazzo di Giustizia per incontrare il procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri.
Un colloquio di circa un quarto d’ora sui temi della legalità e del contrasto alla ‘ndrangheta. Il leader della Lega è stato anche a Palazzo De Nobili dove ha visto il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. “Chi sceglie la Lega, in Calabria come in Emilia Romagna, sceglie la guerra contro la mafia e la ‘Ndrangheta, con ogni mezzo necessario. Totale sostegno al procuratore Gratteri e alla sua missione per ripulire e risanare la splendida terra di Calabria”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini a margine dell’incontro con il procuratore Nicola Gratteri. Un incontro che l’ex ministro dell’Interno ha definito “cordiale, costruttivo e positivo”.
La sua lunga giornata è poi proseguita a Catanzaro Lido dove Salvini ha recuperato la visita a Confagricoltura Calabria che non era stata possibile durante il suo ultimo soggiorno calabrese. Il leit motiv dei comizi è sempre lo stesso: le accuse al governo uscente di centro sinistra, non una parola per la candidata alla Regione del centro destra, Jole Santelli. Salvini procede solo in Calabria dove incontra i suoi “fan” per fare selfie e foto e per riproporre sempre lo stesso copione che è fatto della sua personale ricetta per “risollevare” la Calabria.
Sanità, infrastrutture, ma soprattutto turismo ed ovviamente agricoltura “che significa mangiare bene, e l’uomo è ciò che mangia”. Ha quindi lamentato l’assenza di un assessor e dedicato al ramo della pesca e dell’agricoltura, e cerca di schiacciare l’occhio al posto in giunta che spetterebbe al candidato della Lega: l’agricoltura appunto.
Ha quindi parlato della pesca, dicendo di aver “incontrato una delegazione di pescatori di Bagnara” che gli avrebbe spiegato tutte le difficoltà, come i vincoli e i controlli ai quali sono soggetti. Cosa, che per Salbini e i pescatori “rende sempre più difficile l’attività. Ormai è diventato più rischioso pescare che spacciare cocaina per strada”. Per Salvini quindi il sistema metterebbe a rischio “centinaia di posti di lavoro e di famiglie che poi sono costrette a lasciare la regione”. E quindi giù di critiche e polemiche contro l’irrigidimento delle politiche sulla pesca. E a chi pone il problema della sostenibilità ambientale il leader della Lega risponde che “prima viene la vita dei nostri agricoltori e poi la flora e la fauna. C’è chi vorrebbe trasformare il cinghiale in un animale di compagnia”.
Ha fatto tappa a Riace dove ha riproposto il suo cavallo di battaglia, ma rivisto alla luce della sua visita calabrese: “La Calabria ai calabresi”, ha detto mentre le sardine si sono riunite nel centro storico di Riace. E nella patria di Mimmo Lucano Salvini ha parlato di “sinistra generosa con i migranti perché ci guadagnava”, un volontariato improntato al sostegno dei migranti che per Salvini non era dettato dalla “generosità, ma perché ci guadagnavano un sacco di quattrini. La Calabria è terra di accoglienza e di volontariato, ma se non ci sono case e lavoro per tutti vengono prima i calabresi e gli italiani e poi il resto del mondo”.
E sfida chi contesta il suo “razzismo” affermando che si tratti di “buonsenso da padre di famiglia ed anche legittima difesa. In Calabria c’è una disoccupazione giovanile del 60 per cento. Ciò vuol dire che sei ragazzi su dieci, arrivati al diploma e alla laurea, hanno come unico destino quello di scappare”.
Poi, convinto di poter andare al Governo, ha affermato di voler bloccare “gli sbarchi di migranti” e di voler chiudere “i porti. In Calabria vogliamo i turisti che pagano, non quelli che sono pagati per non fare nulla”. E l’immigrazione cui il leader della Lega intende lavorare è quella che virrebbe riportare in Calabria i figlie ei nipoti dei calabresi andati in altre regioni e all’estero.
Non vede poi l’ora che arrivi il 27 gennaio perché “promettiamo 5 anni di lavori per calabresi, non per amici degli amici. Qualcuno ha preso voto dei calabresi e poi ha fatto altro. Qui non abbiamo amministrato nulla, se chiudono gli ospedali è chiaro che non siamo noi a non saper gestire questa terra”.
Alla contro manifestazione a Riace c’era anche l'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Con lui anche un gruppo di persone tra cui alcuni migranti ed i loro figli. I partecipanti hanno affisso alcuni striscioni in cui si sottolinea l'importanza dell'esperienza di Riace in materia di accoglienza ed integrazione dei migranti.
Nel pomeriggio l’ex ministro dell’Interno è andato a Gioia Tauro. Qui ha lanciato la bomba. Ha cioè affermato che la Lega, una volta all'interno del consiglio regionale della Calabria, potrà "rilanciare il porto di Gioia Tauro". Perché la struttura non produrrebbe la ricchezza che merita. “Se i container arrivano - ha detto il leader della Lega - si fermano e poi proseguono la ricchezza non rimane qui, ma va da un’altra parte”. Quindi se il “porto fosse in un altro paese, sarebbe una miniera d’oro e creerebbe decine di migliaia di posti di lavoro. Ma è diretto da persone che non sono riuscite a gestirlo”.
Tappa poi Spezzano della Sila dove, come ogni comizio che si rispetti Salvini non ha risparmiato lievi insulti e battute. Qui, davanti un gruppo nutrito di contestatori, il leader della Lega ha ringraziato chi stava fischiando perché gli faceva “mi fate un'enorme tenerezza, vi manderemo a Sanremo”. A Spezzano le sardine non le hanno mandate a dire e hanno intonato cori e affisso manifesti contro Salvini che, come successo per tutta la giornata, ha dedicato soltanto 10 minuti del suo tempo ai fan accorsi per sentirlo parlare.
Il suo tour si concluderà a Corigliano-Rossano alle 20.15. “Anche qui in Calabria – ha scritto Salvini sui social – siamo pronti a mandare un messaggio chiaro a chi, per anni, ha malgovernato questa splendida terra: il 26 gennaio si cambia!”.
(ultimo aggiornamento 19:53)