Violenza ostetrica, protocollo per informare su un fenomeno di cui si parla poco
Due giorni fa è stato firmato un importante protocollo tra il Centro Antiviolenza “Attivamente Coinvolte” e l’associazione “Dall’ostetrica” rispettivamente rappresentati da Stefania Figliuzzi e Domenica Mignuoli, al Palazzo di Vetro.
La ratifica è avvenuta alla presenza del portavoce del Forum del Terzo Settore di Catanzaro-Soverato Peppe Apostoliti, del presidente del CSV di Catanzaro Luigi Cuomo, della presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia, Donatella Soluri, c’erano anche la presidente della Commissione alle Pari Opportunità del comune di Catanzaro, Maria Rita Bulotta; la presidente della Fidapa Angela Procopio insieme alla presidente della Soroptimist Adele Manno all’assessore del comune di Fossato Serralta, a Barbara Dornetta ed alla vicepresidente di “Dall’ostetrica”, Santina Procopio.
Sono state sancite così una serie di attività informative e di sensibilizzazione mirate, in particolare, a far conoscere il fenomeno della violenza ostetrica. Un fenomeno di cui si parla solo negli ultimi anni, e che ha avuto riconoscimento anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: è violenza ostetrica, infatti, l’eccessiva medicalizzazione di quello che, in mancanza di problematiche di natura sanitaria, dovrebbe rappresentare l’atto più naturale del mondo, qual è il parto, ma è violenza ostetrica anche il sottoporre la partoriente ad una serie di pratiche mediche senza che ne sia previamente informata.
Eppure è una sorta di violenza spesso ignorata da chi la subisce: ecco perché il bisogno di parlarne è necessario, soprattutto per quante avvertono una sensazione di malessere nel momento in cui rivivono il parto. Spesso, infatti, si vengono a creare delle aspettative attorno a quello che dovrebbe essere il giorno più felice della propria vita, che vengono poi puntualmente disattese, con la conseguenza che per molte l’esperienza della nascita si conclude, per scelta, al primo figlio.
Il protocollo è finalizzato, dunque, ad attivare percorsi di formazione condivisi sulla metodologia dell’accoglienza delle donne vittime di violenza, ma anche a favorire la presenza presso i Centri Antiviolenza di personale ostetrico formato, al fine di raccogliere le esperienze delle donne e la possibilità di sostenerle concretamente, attraverso l’attivazione e la messe in rete dei servizi sociali e sanitari e delle associazioni di volontariato.
Con molte delle realtà territoriali la collaborazione è stata già avviata, ma sarà ancora più rinsaldata con l’inizio di una serie di attività laboratoriali destinate a donne di età diversa e che vedranno il coinvolgimento di variegate professionalità. Le ostetriche, in particolare, saranno chiamate a recuperare il ruolo sociale che hanno sempre esercitato sin dall’antichità, e che la mentalità corrente relega alla sola “nascita dei bambini”.
In realtà le ostetriche hanno le competenze adeguate a dare risposta a tutte le problematiche femminili, dalla comparsa delle prime mestruazioni alla menopausa: e nel corso delle attività comprese nel protocollo il loro apporto sarà prezioso per la realizzazione di un osservatorio sulla violenza ostetrica e sull’implementazione di una ricerca scientifica, che si avvale dei dati raccolti in merito alla salute delle donne ed alla promozione della cultura del benessere.