Notte di Capodanno nel Pollaio a causa del marito geloso: arrestato a Corigliano Calabro
I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno eseguito nei confronti di un romeno di 50 anni la misura cautelare in carcere emessa dal Gip di Castrovillari per i reati di maltrattamenti familiari e lesioni aggravate.
I fatti partono dai primi mesi del 2018 quando è iniziata la convivenza tra di una coppia. Da subito l’uomo avrebbe mostrato il suo lato violento, soprattutto dopo aver bevuto. Prima offese, frasi ingiuriose e minacciose, poi le botte, per futili motivi o semplicemente per gelosia.
Gli episodi si sarebbero ripetuti nel tempo ed anche il giorno del suo compleanno la donna sarebbe stata colpita con uno schiaffo ad un occhio procurandole un conseguente ematoma. In un’altra occasione la vittima sarebbe stata presa a calci in bocca, che le aveva comportato la rottura dei denti.
Uno degli episodi più inquietanti – come afferma lo stesso GIP - si è verificato l’ultimo giorno dell’anno scorso, quando la donna avrebbe chiesto al compagno di passare la sera come fanno tutti, e cioè in compagnia, invitando dei connazionali presso la loro abitazione.
Per tutta risposta il compagno l’avrebbe insultata e accusata di volerlo tradire in casa sua e per questo motivo l’avrebbe presa con la forza per rinchiuderla nel pollaio dell’abitazione, facendole trascorrere tutta la sera all’interno.
L’ultimo fatto, risalente ai primi giorni di gennaio, ha convinto la vittima, dopo un calvario durato quasi due anni, a denunciare l’uomo: infatti dopo l’ennesimo litigio per futili motivi quest’ultima l’avrebbe picchiata con schiaffi e pugni e, una volta a terra, presa a calci sullo sterno con delle scarpe antinfortunistica dalla punta in ferro, che indossava in quel momento, lasciandola sanguinante.
Chiamati i soccorsi e portata in ospedale, la donna è stata ricoverata d’urgenza con delle lesioni su tutto il corpo ed una contusione polmonare.
Sulla base dei fatti descritti e del grave impianto accusatorio, fondato non solo sulle denunce della donna, ma anche sugli oggettivi riscontri documentali e sulla refertazione medica, l’autorità giudiziaria ha disposto per l’uomo la misura cautelare detentiva carceraria, ritenendola “l’unica adeguata, poiché misure più graduate, che consentono la libertà di movimento dell’indagato […] non appaiono idonee ad infrenarne l’elevata pericolosità e l’assoluta mancanza di autocontrollo”.