Musica, nuovo album per Andrea Infusino. Online il disco jazz Amarene nere
Ripropone un jazz quartet il nuovo lavoro di Andrea Infusino, giovane chitarrista cosentino al suo secondo album con la prestigiosa etichetta Emme Record Label, curata da Enrico Moccia. L’album, dal titolo “Amarene nere” è già in diffusione sui maggiori store online, quali Amazon, iTunes e Google Play.
Dopo l’esordio con “Between 3&4”, che ha riscosso discreto successo nella critica di settore jazzistico nazionale, Andrea Infusino ripropone un jazz quartet che esegue brani originali. Già pubblicati in anteprima alcuni estratti del disco e il brano “Slow Baritone” in occasione dell’International Jazz day del 2019, è ora disponibile l’intero album e seguiranno programmazione sulle riviste e radio di settore nazionale.
Il disco si apre con Amarene Nere, title track che senza dubbio racchiude tutte caratteristiche del disco e che rappresenta il concentrato di questo percorso. L’immagine è quella di un bicchiere d’acqua cristallino reso opaco e oscuro da un inchiostro che lo inquina e che di conseguenza racconta una storia diversa a tratti oscura. Minor Cliff è un brano decisamente swing in cui Infusino rende omaggio al mainstream e al bebop che da sempre lo hanno accompagnato, mentre Sambat vuole essere un tributo ai ritmi latini anch’essi presenti nel suo background musicale. Goldfinch è una ballad struggente dalle tinte blues che racconta un passato felice e bucolico, una sorta di contrasto tra una vita ormai trascorsa e un presente più drammatico e problematico.
Angela’s Whistle è una dedica alla moglie Angela, un brano forse più duro caratterizzato da uno swing incalzante ed infuocato che rappresenta un carattere forte e determinato, indispensabile per raccontare l’uscita dal quel periodo di crisi. Tavern è un omaggio a un luogo della Calabria, dove per l’appunto è stato scritto il brano, mentre Slow Baritone, brano scritto di getto a casa del sassofonista della band alcuni anni fa, è un ricordo delle esperienze di ascolto del cool jazz e soprattutto del sodalizio fra Mulligan e Chet Baker. Exit è invece l’ultima composizione del disco che sintetizza l’uscita da una crisi che, per quanto brutta, è stata lo spunto per una riflessione profonda e per la nascita di un disco che in qualche modo l’ha già esorcizzata.