UniRc. Biomasse agro-forestali: convegno con il Dipartimento di Agraria sul progetto Faesi
Presso l’Aula Seminari del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Reggio Calabria si è svolta la giornata di studio sul tema delle biomasse agro-forestali in Calabria. Nel corso dell’incontro si sono alternati diversi interventi tecnici che hanno illustrato i risultati ottenuti dai soggetti attuatori del progetto, denominato “Faesi” - Filiere Agro-Energetiche nel Sud Italia, finanziato dal Mipaaf - finalizzato a promuovere la realizzazione di filiere agro-energetiche nel Sud Italia.
Il progetto ha previsto una ricerca mirata a risolvere le principali problematiche specifiche per il Sud Italia per filiere agro-energetiche fornendo un valido supporto tecnico alle realtà locali. Alla presenza di una nutrita presenza di personale tecnico, di studenti e di vari soggetti rappresentanti del mondo agricolo, ha moderato ed introdotto i lavori Giuseppe Zimbalatti, Direttore del Dipartimento di Agraria. A tutti i partecipanti è stato distribuito il volume appositamente pubblicato che riassume i principali risultati ottenuti.
In qualità di rappresentante del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali è intervenuto Attilio Tonolo che ha delineato il ruolo e l’importanza delle biomasse nella politica agricola nazionale. Con il suo intervento, Tonolo ha apprezzato i risultati ottenuti dai partner, validando il percorso scientifico e divulgativo del progetto ed ha sottolineato l’importanza di raccordare le esigenze del mondo imprenditoriale agroforestale con la ricerca universitaria per favorire future linee di intervento.
Per l’Arsac è intervenuto Antonio Leuzzi in qualità di Dirigente del Settore Sperimentazione e Ricerca Applicata, che dopo una breve presentazione del progetto ha sottolineato la necessità di proseguire su questa linea per future collaborazioni con i partner coinvolti, mentre Roberto Bonofiglio, in qualità di coordinatore del progetto, ha ripercorso tutte le fasi di realizzazione del progetto con la sintesi dei risultati ottenuti evidenziando le opportunità offerte dal progetto.
L’intervento del Crea-It è stato curato da Francesco Gallucci che ha illustrato le problematiche legate alla emissione di gas prodotti al camino derivati dalla combustione di biomasse residuali ottenute dal recupero di potature. Invece, Souraya Benalia, assegnista del Dipartimento di Agraria, ha curato alcuni aspetti legati allo studio dei cantieri meccanizzati per la raccolta di biomasse lignocellulosiche mentre Filippo Pecora, coordinatore di Agroenergia Calabria per il progetto Faesi, ha illustrato il contributo apportato da parte dallo stesso partner interessato.Sono seguiti gli interventi di Orlando Campolo, entomologo del Dipartimento di Agraria, che ha illustrato le dinamiche entomologiche sui residui di potatura agro-forestale e di Salvatore Papandrea, dottorando del medesimo Dipartimento, che ha illustrato i risultati ottenuti dai test condotti su diversi prodotti lignocellulosici destinati a scopi energetici. L’ultimo intervento tecnico è stato tenuto da Andrea R. Proto, Docente del Dipartimento di Agraria e Responsabile scientifico del progetto, che ha tracciato le linee guida per una corretta valorizzazione energetica della biomassa agroforestale.
Dal dibattito è emersa la necessità di promuovere la nascita di micro-filiere locali per fornire risposte alla grave crisi che sta attraversando il settore agricolo in termini di possibilità di integrazione di reddito, offerto dagli incentivi per gli impianti a biomassa, con conseguente vantaggio di usufruire del valore aggiunto e del regime di tassazione agevolato che la normativa di legge prevede (ruralità). Il progetto è stato finalizzato a fornire un maggiore supporto tecnico-scientifico al sistema agricolo regionale e nazionale in termini di competitività attraverso l’incremento del tasso di auto approvvigionamento rispetto alle fonti energetiche tradizionali (gas, combustibili fossili, ecc.).
In tal senso si offre maggiore possibilità di utilizzo dell’energia secondaria, cogenerazione e trigenerazione e nel contempo si consente di incrementare il tasso di occupazione inteso come rapporto tra numero di occupati e potenza installata. Si determina una diminuzione dei costi di trasporto e di conseguenza si ha un minore impatto ambientale in termini di emissioni gassose nocive. Le conclusioni della giornata sono state tratte dagli stessi Attilio Tonolo e da Giuseppe Zimbalatti che hanno stimolato alcune riflessioni riguardo le opportunità offerte dall’utilizzo dei residui colturali derivati dalle potature agricole e dalle operazioni di pulizia del bosco.