Crisi Call Center. Uilcom Calabria a confronto con Ugliarolo: “servono regole, urge un tavolo nazionale”
Il settore dei call center è uno dei più esposti ai problemi della delocalizzazione e della concorrenza sleale sul costo del lavoro. Questi fattori, in un settore già stremato dalla crisi, hanno provocato e stanno provocando gravi crisi occupazionali che non possono e non devono ripetersi.
Vanno previsti interventi di regolazione organici non più rinviabili tali da agevolare un processo che favorisca e coniughi tra loro un necessario consolidamento delle imprese con condizioni di lavoro che siano rispettose di quanto previsto dal contratto nazionale e più in generale della dignità delle persone. E, soprattutto, va aperto un tavolo di confronto nazionale – da allargare al neo governo regionale – per affrontare le problematiche in maniera strutturale: senza adeguate risposte, la Uilcom preannuncia una massiccia mobilitazione.
E’ quanto emerso, questa mattina, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sede regionale della Uil, in via Giorgio Pinna 32 a Lamezia Terme (Sant’Eufemia), alla presenza di Salvo Ugliarolo, segretario nazionale Uilcom; Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria; Fabio Guerriero, segretario generale Uilcom Calabria.
“La crisi del settore dei call center deve essere una priorità per il nuovo governo regionale – ha esordito Guerriero -. Alla governatrice Santelli presenteremo una proposta per risollevare le sorti della Calabria in questo ambito. Parliamo di un problema che interessa oltre 6 mila lavoratori, un forte impatto a causa di una crisi senza precedenti ha interessato circa 3 mila lavoratori dell’azienda Abramo. Siamo impegnati con il segretario nazionale per intervenire su Telecom e garantire le condizioni minime di lavoro questa terra. Siamo molto attenti, e lo dimostriamo con la presenza del segretario Ugliarolo.”
“Stiamo svolgendo un lavoro molto delicato e difficile nell’ambito di questo settore che deve necessariamente normato sia dal punto di vista dei diritti che dei salari – ha affermato il segretario generale Uil Calabria, Santo Biondo -. Accanto al Piano per il Sud, di cui si sta occupando questo Governo nazionale, che prevede importanti investimenti infrastrutturali si devono coniugare almeno altri due aspetti: prima di tutto un ragionamento sull’autonomia differenziata, che nei territori punti al raggiungimento di traguardi essenziali delle prestazioni per quanto riguarda i diritti civili e sociali sarebbe azzoppato. Il secondo aspetto riguarda la messa in campo di una politica industriale che guardi ai settori strategici come il settore dei call center. Quello dei call center, infatti, rappresenta una parte importante del mercato del lavoro in Calabria che interessa in particolare giovani e donne, parliamo di circa il 70 per cento della forza lavoro. Si tratta di un settore non può essere trascurato ma su cui, anzi, è necessario investire. Per questo chiediamo un tavolo nazionale che approfondisca le criticità, così come al nuovo governo regionale chiediamo di avviare al più presto un ragionamento per sviluppare una strategia complessiva. Siamo pronti ad aprire un confronto, chiedendo attenzione: qualora non fossimo adeguatamente presi in considerazione con proposte adeguate siamo pronti a scendere in campo.”
“Quello che era nato come opportunità di lavoro temporaneo, è diventato unica fonte di sostentamento, soprattutto al Sud: il settore dei call center occupa circa 80 mila persone a livello nazionale, e combatte con una serie di assenze di regole che hanno spinto verso uno stato di crisi preoccupante – ha concluso il segretario nazionale Uilcom, Ugliarolo -. A farne le spese le migliaia di lavoratori, molto spesso precari, vittime di un sistema segnato dall’assenza regole nella gestione degli appalti, che arranca a causa della rivisitazione digitale e soprattutto per la delocalizzazione all’estero, generando veri e propri drammi occupazionali. Questo è il dato da cui partire quando lanciamo l’allarme: le problematiche relative al settore potrebbero implodere lasciando per strada centinaia di migliaia di lavoratori, partendo proprio dalla realtà calabrese dove ci sono grandi aziende del settore”.
La Uilcom, quindi, si rivolge in particolar modo al Governo nazionale in modo da “sensibilizzare il mondo politico che purtroppo spesso continua ad essere inesistente davanti alle criticità drammatiche che interessano il settore”.