Figli costretti a mangiare a terra come cani, condannati la mamma e il convivente
Il Gup del Tribunale di Castrovillari, accogliendo totalmente le richieste del Pm e degli Avvocati Francesco Nicoletti, Maria Teresa Zagarese e Giusy Acri, difensori delle parti civili, ha condannato una coppia per dei gravissimi reati.
In concorso tra loro gli si contestava difatti il maltrattamento dei figli minorenni della donna, che sarebbero stati sottoposti a diverse violenze fisiche e psicologiche e fatti oggetto finanche di minacce di morte.
Ritenuti colpevoli di tutti i reati a loro ascritti, alla madre sono stati dunque inflitti due anni e quattro mesi di reclusione; al suo convivente, invece, due anni e sei mesi.
Secondo l’accusa, in pratica, i ragazzi sarebbero stati oggetto di offese praticamente quotidiane, compromettendo così la loro integrità psicofisica ed lo sviluppo sereno della loro personalità.
Atti che sarebbero stati reiterati con la minaccia, con la molestia e la violenza e che sebbene avvenuti in momenti successivi sarebbero stati collegati, sempre secondo l’accusa, “da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento da un’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità psicologica, morale e fisica dei minori”, al punto da rendere particolarmente dolorosa ed impossibile la convivenza.
I figli della donna, insomma, sarebbero caduti in un continuo stato di paura e di sofferenza fisica e psicologica, al punto da costringerli, in più occasioni, a rifugiarsi dai parenti e a chiedere l’aiuto del padre.
Secondo la prospettazione accusatoria, la coppia avrebbe colpito i ragazzi con calci, pugni e schiaffi o lanciandogli contro degli oggetti. Di conseguenza sarebbe spesso capitato che non potessero nemmeno andare a scuola per i lividi che avevano sul corpo, e che la madre avrebbe coperto con del fondotinta.
Giudicati poi troppo lenti nel mangiare, l’uomo avrebbe spinto la testa di uno dei minorenni nel piatto, arrivando a cronometrare il tempo impiegato e ad imporgli di finire il pasto entro un certo lasso di tempo, e superato il quale gli avrebbe impedito anche di incontrare il padre o ne sarebbe scattata una punizione.
Gli inquirenti contestano sempre all’uomo che in un’altra circostanza avrebbe lanciato una bottiglia di birra (e solo perché questa si era ghiacciata nel congelatore) contro uno dei due minori che cadde prima a terra e poi venne colpito con calci, pugni e schiaffi. Ancora, per aver piegato male degli indumenti, uno di loro si sarebbe visto lanciare contro un comodino e, in un altro episodio, all’età di appena 8 anni, e per aver lavato male i piatti, colpito all’avambraccio destro dal lancio, in questo caso, di un tagliere. In quella circostanza la madre, che sarebbe stata presente, non avrebbe fatto nulla.
Ma gli episodi di vessazioni non si fermerebbero qui. In un altro caso sempre l’uomo e mentre erano a tavola, non condividendo il modo con cui uno dei ragazzi stesse sbucciando una mela, gli avrebbe lanciato addirittura un coltello colpendolo alla testa e facendolo sanguinare, affermando poi che sarebbe stato meglio se l’avesse attinto alla fronte, in modo da ucciderlo una volta per tutte.
Per l’accusa, la coppia avrebbero umiliato quotidianamente i minori, come quando ancora l’uomo, dopo aver messo un piatto sul pavimento, avrebbe detto ad uno di loro di mangiare a terra come un cane poiché non degno di stare a tavola. Anche in questa circostanza la mamma, seppur presente, non avrebbe mosso un dito in difesa dei figli.
Ai due si contestava anche l’aggravante di aver commesso il fatto ai danni di persone minori di diciotto anni ed entrambi erano imputati inoltre per lesioni aggravate per aver causato lesioni personali tramite pugni, schiaffi e bastonate.