‘Ndrangheta è donna: ieri il convegno a Reggio
‘Ndrangheta è donna è il titolo, provocatorio, del convegno organizzato ieri dall’associazione Ladyterranea, in collaborazione con l’assessorato provinciale alle Politiche Sociali e con il Museo della ‘Ndrangheta. Nel Palazzo della Provincia di Reggio Calabria si è discusso del ruolo svolto dalle donne all’interno delle organizzazioni criminali, in base ad una nuova indagine, da un punto di vista tutto al femminile. Si sono confrontati diversi pareri di autorevoli relatori, che hanno offerto un panorama sociologico, giudiziario, culturale, psichiatrico dell’altra metà del cielo. L’evento è bifronte: donne carnefici (perché prende in esame le donne della ‘ndrangheta), e donne vittime in quanto prevede una mostra, unica nel suo genere, dal titolo “Silent Witness”, testimoni silenziose. Si tratta dell’esposizione di 20 sagome ad altezza naturale di “violenza illustrata”, raffiguranti donne che portano sul cuore la storia della loro morte violenta. Questa mostra, partita dagli Stati Uniti, ha fatto il giro del mondo (Islanda, Ungheria, Portogallo) ed è per la prima volta al Sud d’Italia, grazie all’Associazione Ladyterranea, guidata da Giovanna D’Agostino e Serena Cara. A prendere la parola al convegno, tra gli altri, Mario Caligiuri, assessore regionale alla Cultura, Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio, Claudio La Camera, direttore del Museo della ‘ndrangheta, Cecilia Alecci, figlia di una vittima della criminalità organizzata. A rendere ancora più originale l’iniziativa è anche l’affissione di un telo gigante sulla facciata di Palazzo Foti che ripropone lo slogan provocatorio “La ‘Ndrangheta è donna?” per invitare i cittadini a una riflessione costante sul tema.