La Strada: “ancora lontana una società ideale per le donne, ma auguri a tutte”
Il collettivo de La Strada rivolge un augurio a tutte le donne nel giorno in cui si celebra la festa nazionale.
“Per secoli ci escludono dalla cittadinanza. Ci relegano ad una dimensione privata e di cura. Ci negano l'istruzione, la realizzazione professionale, ci vietano di seguire i nostri sogni e le nostre ambizioni. E poi arriva l'industria e servono braccia. Le nostre sono forti, e allora ci consentono di lavorare in luoghi che non siano la nostra casa o il nostro giardino”.
“Ma ci pagano meno e ci trattano da schiave, e accade anche che, invece di aiutarci a vivere, il lavoro ci uccida. E allora protestiamo, scioperiamo, rompiamo uno ad uno tutti gli anelli delle catene che ci legano e ci riappropriamo dei nostri diritti, dei nostri corpi, delle nostre vite. Siamo ostinate, pazienti, caparbie, continuiamo a lottare. Perché il mostro è ancora tra noi. Ancora oggi, a parità di incarico le donne guadagnano il 10% in meno rispetto ai loro colleghi uomini e le dirigenti sono solamente il 32% del totale nella pubblica amministrazione e il 15% nel privato.
“Il welfare e la cura familiare continuano a ricadere quasi esclusivamente sulle nostre spalle. E se la società continua a discriminarci, gli uomini che dovrebbero amarci e sostenerci - per fortuna, non tutti - non accettano la nostra indipendenza, continuano a considerarci di loro proprietà, a volte ci uccidono. Nel 2019 in Italia sono oltre 90 le vittime di femminicidio, già 15 quelle registrate nei primi mesi del 2020. Molte nostre sorelle in diverse parti del mondo sono ancora oggi soggette a pratiche crudeli di controllo e di assoggettamento dei loro corpi e delle loro vite”.
“Ma noi saremo, ancora una volta, ostinate, pazienti e caparbie e ancora una volta continueremo a lottare. Perché i passi avanti si fanno, e non sono pochi: oggi come ieri ci distinguiamo nei campi della scienza, della tecnica, dell'arte e dello sport. E non solo possiamo votare, ma la cosa pubblica ci riguarda e facciamo attivamente politica. È vero, una società a misura di donna - cioè una società buona per tutte le persone, basata su inclusione, solidarietà e decostruzione delle attuali forme di potere - è ancora molto lontana”.