‘Ndrangheta della Sibaritide: sequestrati i beni a condannato per mafia
Diciassette terreni e diciannove fabbricati, due automezzi e saldi attivi di due conti correnti bancari: il tutto per circa un milione di euro.
A tanto ammonta il valore dei beni che la Guardia di Finanza di Cosenza - nell’ambito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari - ha sequestrato (ai fini della confisca) a carico di un 44enne (C.M. le sue iniziali) che gli inquirenti ritengono appartenere ad una cosca di ‘ndrangheta di Corigliano Calabro.
L’uomo è stato coinvolto nell’operazione “Santa Tecla” (QUI), condotta nel 2010 dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro (QUI) e successivamente condannato dalla Corte di Appello del capoluogo di regione a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, sentenza divenuta irrevocabile nel 2015.
Dalle indagini eseguite dalle fiamme gialle anche con accertamenti bancari e ricostruzioni documentali minuziose, risulterebbe che il 44enne, nel periodo tra il 2016 ed il 2019, non abbia comunicato agli organi preposti alcune operazioni di cessione di fabbricati e ricavi per pignoramenti presso terzi, per un valore complessivo di oltre 973 mila euro.
Si tratta di un obbligo che è disciplinato dalla normativa antimafia e che prevede che i condannati in via definitiva per associazione mafiosa, e i destinatari di una misura di prevenzione personale, sono tenuti a comunicare, per dieci anni (a decorrere dalla data del decreto o dalla sentenza definitiva) - ed entro 30 giorni dal fatto - al Nucleo di Polizia economico-finanziaria competente per territorio, tutte le variazioni nell’entità e composizione del suo patrimonio, concernenti elementi di valore non inferiore a poco più di 10 mila euro.