Covelli (Cgil): “interrompere produzioni non essenziali, vite umane più importanti”

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“Anche in Calabria, dopo aver dato corso nella settimana scorsa ad un intenso lavoro di applicazione del protocollo sulla sicurezza e prevenzione, per evitare l’estendersi del contagio del Covid-19, sottoscritto tra il Governo le OO.SS. e le parti datoriali, sono in tante, purtoppo, le aziende che continuano a lavorare, anche in produzioni non essenziali, nonostante i ripetuti richiami ai cittadini e le restrizioni rigorosissime verso gli stessi.Per alcune siamo stati costretti ad informare le autorità locali per gli opportuni interventi, visto il mancato rispetto di quanto richiamato nel protocollo. Non è possibile non cogliere la profonda contraddittorietà di questo atteggiamento,reso ancora più evidente alla luce dell’estensioni di cosidette “zone rosse” che di fatto hanno blindato intere comunità, salvo chi deve andare a lavorare”. Lo dichiara in una nota il Segretario regionale Massimo Covelli che aggiunge: “serve immediatamente un altro approccio, e serve che il Governo chiarisca e corregga il D.L. col quale, contraddittoriamente, vengono indicate le aziende che possono continuare a lavorare, nelle quali vengono conteggiate, con evidente forzatura, aziende che non hanno le caratteristiche dell’essenzialità."

"La vita viene prima di tutto – conclude Covelli - e per questo, condividendo la presa di posizione unitaria di Fim- Fiom e Uilm nazionali, anche nel richiamo allo sciopero, si richiede a tutte le aziende con produzioni non essenziali di interrompere immediatamente la loro attività ed utilizzare la cassa integrazione per l’emergenza “covid-19”.