De Bartolo (IdM): “mobilità in deroga, confidiamo nel Governo regionale”
“Come movimento politico di Italia del Meridione, da sempre attenti alle problematiche sociali del territorio, manifestiamo preoccupazione per la sorte di quasi cinquemila ex precettori di mobilità in deroga, che per l’emergenza coronavirus hanno, loro malgrado, dovuto interrompere l’attività lavorativa presso gli Enti nei quali avevano, da poco, incominciato a prestare servizio”.
Lo afferma Emilio De Bartolo, Direzione regionale Italia del Meridione che aggiunge “ricordiamo che in seguito all’Avviso pubblicato dalla Regione Calabria nel mese di ottobre scorso e al conseguente decreto n.16748 del 23 dicembre 2019 che individuava gli elenchi definitivi degli Enti Pubblici e privati idonei ad ospitare, tramite manifestazione d’interesse, i circa 4700 ex percettori di mobilità in deroga, una parte di questi lavoratori aveva già incominciato a prestare servizio presso gli Enti individuati e la parte rimanente delle persone lo avrebbe fatto al momento del perfezionamento dell’iter burocratico con la Regione e i Centri per l’impiego”.
“Ricordiamo altresì che il fondo complessivo destinato ammonta a 28 milioni di euro, di cui la maggior parte e cioè 23 milioni, è costituito da risorse regionali, per la precisione fondi pac (Piano Azione e Coesione), destinati a politiche attive del lavoro. Alla luce di tutto questo e soprattutto per il grave impatto sociale che ne deriverebbe per migliaia di famiglie calabresi trovatesi all’improvviso senza la possibilità di avere un reddito, come Italia del Meridione facciamo appello alla sensibilità del nuovo Governo regionale e in particolare agli Assessori al Lavoro Orsomarso e al Bilancio Talarico, chiedendogli di farsi carico della questione e individuando una soluzione che, partendo dal Bilancio regionale in via di approvazione e magari rimodulando il Piano Azione e Coesione attualmente in vigore, possa, per la quota parte finanziaria relativa alla Regione, garantire ugualmente il sussidio agli ex percettori pur venendo meno, per cause di forza maggiore, i progetti formativi già approvati”.
“D’altronde i fondi Pac in questione, non facendo parte del Fse-Fesr, dovrebbero godere di procedure più snelle rendendo probabilmente più agevole una loro eventuale rimodulazione. Siamo a conoscenza di interlocuzioni con il Governo nazionale finalizzate a risolvere la questione, ma se queste interlocuzioni non dovessero portare a risultati tangibili, soprattutto per la lunghezza e la complessità dell’iter parlamentare e governativo, la Regione – conclude la nota - dovrà farsi trovare pronta in tempi brevissimi per garantire comunque una soluzione alternativa. Siamo fiduciosi che la voglia di operare del nuovo esecutivo regionale e degli Assessori interessati, porterà a trovare in ogni caso uno sbocco positivo che possa alleviare i disagi di migliaia di cittadini calabresi, oggi in ansia per il proprio futuro”.