Collegamenti sullo Stretto. Interviene la Regione: aumentano le corse per i pendolari
Aumentano le corse dei traghetti che attraversano lo Stretto di Messina. I pendolari, dunque, potranno contare su un numero maggiore di collegamenti, ridotti in relazione all’emergenza Covid-19.
L’Assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria, Domenica Catalfamo, lo scorso 17 aprile aveva formalmente interessato della questione il Ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, evidenziando la “notevole criticità per l’attraversamento dello Stretto di Messina derivante da un’offerta assolutamente inadeguata a soddisfare la domanda di trasporto che, come è noto, ricomprende personale impegnato in servizi essenziali, quali medici, infermieri e personale tecnico ospedaliero, militari e operatori delle Forze dell’Ordine, che operano sul versante opposto dello Stretto rispetto a quella che è la loro residenza”.
Il Ministero si è prontamente attivato e, nella stessa giornata, ha richiesto al presidente della Regione Siciliana un parere in merito all’incremento delle corse ricevendo parere positivo.
È del 22 aprile, infatti, il documento congiunto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministro della Salute, che prevede l’incremento delle corse, che colma, così, un vuoto nell’orario del servizio. Oltre ai notevoli disagi all’utenza, il rischio sera anche quello di generare assembramenti nelle zone di filtraggio dei passeggeri in attesa di imbarcarsi.
“Dopo questo primo importante passo - fa sapere l’assessore Catalfamo - permane l’impegno dell’Assessorato a monitorare le condizioni dell’attraversamento dello Stretto al fine di proporre prontamente al Ministro la soluzione di eventuali criticità”.
L’impegno per l’area dello Stretto è assicurato anche in termini di investimenti: l’assessore Catalfamo ha coinvolto l’Autorità Portuale di Sistema dello Stretto per la realizzazione di due interventi nei porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria che erano stati finanziati per 11,5 milioni di euro, a serio rischio di definanziamento, “perché - conclude Catalfamo - nessuno fino ad oggi si era curato di interloquire con il soggetto competente”.