Rinvio a giudizio per ex senatore Fuda. La Dda di Reggio chiede il processo
Rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Siderno, Pietro Fuda, in passato anche Presidente della Provincia di Reggio Calabria e Senatore della Repubblica, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
La Procura distrettuale di Reggio Calabria ne ha chiesto il processo e quindi fissato la prima udienza per il 15 giugno dinanzi al gup.
Secondo la Dda della città dello Stretto, il politico avrebbe contribuito ad agevolare la cosca Commisso, egemone a Siderno, ed è ritenuto in collegamento con una struttura segreta di tipo massonico a sua volta collegata alla ‘ndrangheta (QUI).
Candidato a Sindaco con l’appoggio della lista “Centro Democratico” - che sempre secondo gli inquirenti sarebbe stata sostenuta dai Commisso - dopo l’elezione avrebbe dato apporto alla cosca, proprio in ragione dell’appoggio elettorale che ne avrebbe ricevuto.
L’ipotesi è che Fuda abbia consentito alla cosca di assumere una posizione di influenza nel Consiglio Comunale della cittadina reggina, promuovendo e consentendo ad esempio la nomina a Presidente del Consiglio di Paolo Fragomeni, che gli investigatori definiscono come “legato da vincoli di parentela” con la famiglia dei “Quagghia”.
Ma anche “adeguandosi alle loro logiche spartitorie” nel campo dei lavori pubblici e del controllo del territorio, “condizionando le scelte dell'amministrazione” sull’eventuale modifica dell’area della zona industriale di Pantanizzi, come pure si sarebbe impegnato affinché una ditta aggiudicataria dei lavori di urbanizzazione secondaria e verde attrezzato nel quartiere “Cavone”, si rifornisse del materiale da un pregiudicato per associazione mafiosa.
Un’altra contestazione mossa al sindaco è di aver ritardato la notifica di un’interdittiva antimafia della Prefettura nei confronti di una ditta di Costruzioni, la cui titolarità risultrebbe in capo ad una persona condannata per partecipazione in associazione mafiosa, tentata estorsione e turbata libertà degli incanti.
Nel 2018 la consiliatura è stata interrotta a seguito della decisione del Consiglio dei Ministri. Ad agosto 2018, infatti, il Consiglio comunale è stato sciolto per presunti condizionamenti mafiosi, con un provvedimento sempre contestato dall’ex senatore.