Italia Viva: “Urgente intervenire sul disagio sociale”
“Servono interventi, ulteriori, a sostegno del reddito di famiglie e imprese”, è quanto scrive Alessia Romano, del coordinamento Italia Viva Terzo Settore.
Per la Romano se da una parte “è necessario che ciascuno di noi faccia la propria parte, tralasciando il diffuso malcostume di pensare al proprio orticello e non già alla Comunità”, dall’altra chiede un “nuovo patto tra cittadini e Istituzioni, basato sul rispetto dei primi, verso le seconde, e di amministrazioni trasparenti, dedite alla ricerca del benessere sociale, partendo da un’assunzione di responsabilità della Politica. Quest’ultima deve rinunciare ad insostenibili privilegi ed impegnarsi in riforme strutturali per far ripartire il Paese, prima tra tutte la semplificazione della burocrazia”.
Ma è anche “necessario un potenziamento degli apparati dello Stato, volti a contrastare il possibile dilagare di fenomeni mafiosi o di corruttela, che potrebbero accentuarsi al peggiorare delle condizioni economiche generali”. Da qui la richiesta di potenziare le “Forze di Polizia e la Magistratura”, per poi “agire, alleviando il disagio sociale, possibile elemento che potrebbe facilitare il reclutamento della criminalità organizzata e l’inquinamento dell’economia legale”.
“Gli Enti locali – prosegue Alessia Romano - finita l’emergenza, dovranno affrontare il disagio sociale, che avrà origini prima di tutto economiche, ma anche psicologiche ed educative. Stiamo per approcciarci alla cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Covid-19 e si fa sempre più evidente la necessità di interventi concreti per alleviare le difficoltà di ampie fasce della popolazione”.
“Infatti, alla povertà socio-economica si sommano le fragilità psicologiche ed educative, che hanno già fortemente modificato i comportamenti sociali. Il rischio che questa immane tragedia umana possa dividere un popolo mai realmente unito, Nord contro Sud, poveri contro ricchi, italiani contro europei e l’elenco potrebbe continuare a lungo.. Senza dimenticare che intere generazioni hanno visto negato, a causa del lockdown, il proprio diritto all'istruzione, con danni stimabili solo nel lungo periodo, in termini di crescita sociale futura”.