Calogero e Larocca (Cgil) sul porto di Gioia Tauro
Come Cgil e Filt-Cgil ,purtroppo, non possiamo che definire, l’esito dell’incontro romano, tra il Presidente Scopelliti e il Ministro Romani sul porto di Gioia Tauro, “interlocutorio”. Una riunione scarsa di effetti perché sbagliata nel metodo e nel merito. L’unico risultato rilevante è l’impegno da parte dell’esponente del governo a rivedersi ; non ci è ben chiaro ancora, però, con chi, in che modo e per raggiungere quali risultati.Ci viene spontaneo chiederci che fine a fatto ilo confronto che si diceva già avviato con Matteoli?Forse il Ministro ha lascaito “cadere” la sua attenzione sull’hub gioiese preferendo altri “Lidi nordici”. Ancora una volta gli interventi della politica di governo calabrese sono intempestivi e “controvento”.
Di reale, infatti, c’è che, a giorni, se, tra mille difficoltà e vizi, il decreto mille proroghe riuscirà ad approdare, vuoto da ogni buona aspettativa, conterrà, solo, le briciole della detassazione delle tasse di ancoraggio, pur sempre da verificare tecnicamente nella sua esigibilità. Ci chiediamo, perciò, se per chiedere l’apertura di un tavolo tecnico si doveva fare un riunione romana o se questa invece sia stata solo funzionale all’ennesima azione propaganda che annuncia, ancora volta, le “intenzioni” di aprire un tavolo per affrontare il rilancio del porto di Gioia Tauro? Ieri, non si è trattato di quella riunione auspicata nell’avviso comune sottoscritto dai sindacati confederali , MCT e CONFINDUSTRIA che chiedevano l’impegno della Regione sul Governo , già prima della stesura del milleproghe,affichè l’esecutivo nazionale aiutasse a superare la minaccia di crisi, con una serie di misure strutturali e di sistema in favore del transhipment, utili a superare il problema della competitività dei porti di settore ed a svilupparne la polifunzionalità. Speriamo che ieri non si sia svolta solo una riunione di “rito” con esclusione, tra l’altro, del punto di vista delle parti sociali, non essendo queste state invitate . Come ripetiamo, da tempo, siamo stanchi ad assistere che, nonostante, gli sforzi dei lavoratori , del terminalista e delle O.O.S.S. Confederali sul porto incomba ancora la paura di un lento ma inesorabile declino. Oggi , in una fase di pesante crisi economico oltre che etica e morale , è inopportuno praticare , come stanno facendo Regione e Governo il metodo del confronto separato o addirittura , peggio , a compartimenti stagno. Sarebbe opportuno, infatti, attuare un confronto, il più largo possibile e condiviso, per chiamare tutti al senso di responsabilità , per avere a disposizioni maggiore contributi, mettendo così insieme la sintesi del”meglio”. E’ sbagliato per il bene della Calabria dividere ai tavoli le istituzioni dalle parti sociali . Il tempo della propaganda è finito la Regione capisca ch’è giunta l’ora di fare sul serio per scongiurare la “ caduta” del Porto , questa sarebbe una Iattura non solo per la Calabria, ma per l’economia del Mezzogiorno e dell’intero Paese .