Crotone. Partite Iva e imprese sfinite dal lockdown consegnano le aziende al Comune
Sfiniti, sfiancati da oltre due mesi e da un virus silenzioso che, non dimentichiamolo, ha ucciso sì migliaia di persone ma che oggi, e non domani, sta mietendo altre vittime: Partite Iva, piccole imprese, commercianti di una città già ultima per indici economici e che ora si trova aggrovigliata lungo una strada che appare - almeno al momento - senza uscita.
Una strada che rischia di portare ad un’ecatombe sociale, con la possibilità non tanto remota quanto invece evidente, che piccoli “motorini” su cui ed anche si è retta finora l’economia locale crotonese, non riescano mai più a rialzare le saracinesche delle loro attività, fonti di reddito per tanti singoli e tante famiglie.
Da questi presupposti è scattata oggi la protesta - ordinata, educata e rispettosa delle misure di contenimento - organizzata dagli esercenti pitagorici che, in un gesto di estrema disperazione, e proprio nel giorno di partenza della cosiddetta “Fase 2” post-covid, hanno consegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività al Comune, lasciandole davanti alla porta del palazzo municipale, depositandole con disciplina in una scatola di cartone.
A promuovere l’iniziativa, che ha riscosso una buona partecipazione, un comitato apartitico che racchiude aziende nel settore del commercio, dell’artigianato e pubblici servizi, che si è costituito “per la legittima rivendicazione di alcuni punti”, è stato ribadito.
Punti che sono contenuti in una piattaforma che è stata illustrata da alcuni rappresentanti intervenuti in piazza della Resistenza, e con rivendicazioni indirizzate al Governo e alla Regione.
In particolare, a quest’ultima si chiede - tra le altre cose - l’attivazione di finanziamenti con una congrua parte a fondo perduto ed attraverso i fondi comunitari non spesi di Agenda 2000-2007 e 2014-2020, da destinare al rilancio delle aziende.
Altra rivendicazione, la rateizzazione di ogni debito regresso nei confronti della pubblica amministrazione regionale, con dilazioni trentennali e l’istituzione di uno sportello “Legalità” con funzione di ascolto e indirizzo alle Procure territoriali e col monitoraggio e denuncia “contro ogni sorta di ricatto bancario, ‘ndranghetistico e mafioso”.
Non son mancate anche le richieste al Governo, tra cui una pace fiscale, uno snellimento burocratico per le imprese, nonché il rimborso a fondo perduto delle spese reali relative a fitto, bollette, sanificazione delle stesse attività.
Anche per il Comune è stato chiesto un incontro per evidenziare la necessità di una maggiore elasticità sulla concessione dello spazio pubblico agli esercenti e venire incontro alle prescrizioni previste per riaprire i battenti.
Senza tali condizioni, è stato evidenziato, per i commercianti sarà un’impresa complicata poter tornare a lavorare.
La manifestazione si è svolta sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine che, al termine, hanno fatto sgombrare la piazza evitando assembramenti.