Forciniti e Abate (M5S): Fermare la centrale del Mercure è azione responsabile
Fermare la centrale del Mercure è responsabile azione di salvaguardia della vita umana. Va dunque nettamente respinta, l’accusa dei vertici della centrale del Mercure, secondo cui la richiesta dei parlamentari M5S di Calabria e Basilicata di fermare temporaneamente la centrale, sarebbe “irresponsabile speculazione politica sulla paura”. - Lo scrivono in una nota stampa Francesco Forciniti (M5S Camera) e Rosa Silvana Abate (M5S Senato) -
"Un recente studio - si legge - della Harvard University T.H. Chan School of Public Health, infatti, ha mostrato un collegamento fra morti da Covid-19 e altre malattie associate all’esposizione prolungata nel tempo alle Pm 2.5. Queste particelle inquinanti non solo indeboliscono il sistema immunitario e alimentano l’infiammazione nei polmoni, ma la loro penetrazione nell’organismo favorirebbe anche diverse patologie (cardiopatie, diabete, problemi respiratori e ipertensione), aumentando le complicazioni nei pazienti affetti da Covid-19."
"Cautela, d’altro canto, - si legge ancora - è la parola che regge il principio di precauzione, previsto dal nostro ordinamento, il quale permette di reagire rapidamente a un possibile pericolo per la salute umana. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità, richiamato dai vertici della centrale del Mercure, attraverso il Presidente Silvio Brusaferro, intervenendo sulla possibile correlazione tra inquinamento e contagio, ha affermato che “Ci sono una serie di evidenze che abbiamo da prima, come la correlazione tra polveri sottili e malattie respiratorie”.
Del tutto ingiustificata appare poi l’accusa dei dirigenti del Mercure, secondo cui fermare temporaneamente la centrale colpirebbe un’economia già provata. Si ricorda, infatti, che tra le più grandi in Europa, nel suo genere, la centrale del Mercure ha uno scarsissimo rendimento energetico, legato proprio all’uso del cippato di legno come combustibile. La potenza di tale mega centrale, con i relativi e assai negativi impatti ambientali, è difatti di circa 35MWh netti, una percentuale infinitesimale."
"La verità - concludono - è che l'attività della centrale del Mercure mette a serio rischio la biodiversità del Parco Nazionale del Pollino, e cozza con la vocazione del territorio nel quale insiste. Lavorare per fermarla è una battaglia di civiltà e buon senso."