Nel libro di Garreffa la Calabria contadina del Novecento
È postumo il romanzo che parla e racconta la Calabria contadina del Novecento. Edito dalla casa editrice Graus Edizioni, il romanzo di Francesco Garreffa è un vero e proprio tributo alla Calabria Jonica vista con gli occhi di un bambino, che, nonostante la miseria e la guerra, è riuscito a salvaguardare la sua anima, buona e poetica.
Questo anche a sentimenti e valori, come la solidarietà, quella che con un nuovo termine si potrebbe definire comunitarietà, insomma o stare insieme con amicizia, sincera e generosa, l’aiutarsi, quando si ha bisogno, come in una grande famiglia, dove contano moltissimo i vincoli di sangue ma dove si sente con forza di appartenere anche agli altri.
Si tratta di un romanzo di formazione di un uomo nato nel profondo Sud jonico, di un romanzo storico a tutti gli effetti visto che l’autore ricompone dispersi frammenti di una storia novecentesca inducendo il Paese Italia a ricordare e a riflettere sulle proprie sciagure. Un lavoro di narrazione le cui parole incidono così tanto nella memoria finendo, a tal punto, a rappresentare un patrimonio di sapienza e saggezza e che restituiscono un affresco davvero esaustivo del nostro Mezzogiorno.
Francesco Garreffa è nato a Bovalino Marina il 25 luglio 1936, dove si è spento il 12 aprile 2019. Professore ordinario di Liceo, è stato appassionato cultore di narrativa e di scrittura creativa. Ha pubblicato nel 1996 il romanzo “C’era una volta la primavera” ricevendo tantissimi riconoscimenti come il “Città di Torino”, l’”Anassilaos”, “L’Areopago letterario”. Altrettanti i riconoscimenti ricevuti in terra campana dove ha più volte ricevuto il “Grande Premio Mediterraneo degli Stati Uniti d’Europa”.