Lavoro. A rischio il posto di 25 postini calabresi: sindacati proclamano lo stati di agitazione
Si sono svolte nella giornata di ieri presso il CMP di Poste di italiane sito in S. Pietro Lametino, due assemblee unitarie di NIDIL-CGIL, FELSA-CISL e UILTEMP-UIL, rappresentate rispettivamente da Antonio Cimino, Carlo Barletta e Luca Muzzopappa.
Nell’ambito della vertenza nazionale dei 250 autisti somministrati che operano per conto di Poste Italiane, sono infatti 25, di cui 2 già da oggi fuori da Poste Italiane, gli autisti calabresi contrattualizzati molti dei quali a tempo indeterminato con l’agenzia di somministrazione Adecco, ma a cui Poste Italiane ha deciso di non prorogare la missione.
“Una situazione paradossale - spiegano i sindacalisti - visto che Poste Italiane ha già nuovamente incaricato Adecco per la ricerca di altre figure professionali in tutto e per tutto identiche alla medesima mansione, anziché prorogare i lavoratori in essere. Né regge la motivazione data da Poste Italiane del raggiungimento del limite dei 24 mesi che sarebbero imposti dal Decreto Dignità atteso che come già chiarito dal Ministero del Lavoro con la circolare n.17 del 31 ottobre 2018, i lavoratori assunti a tempo indeterminato dall’Agenzia possono essere prorogati in missione, sia a tempo indeterminato che a termine, presso senza obbligo limiti di durata.”
La vertenza, condotta a livello nazionale dalle Segreterie delle categorie sindacali della somministrazione Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, ha subito una battuta d’arresto inaspettata lo scorso 26 Giugno , quando a fronte di una trattativa aperta a diverse soluzioni, l’azienda ha compiuto una vera e propria, quanto inaspettata, inversione di rotta chiudendo alla proroga delle missioni che giungeranno a termine tra luglio e ottobre prossimo.
NIDIL-CGIL, FELSA-CISL e UILTEMP-UIL hanno indetto lo stato di agitazione sul territorio nazionale indicendo una serie di assemblee per fare il punto della situazione e denunciare lo scivolamento della condizione lavorativa verso un turn-over selvaggio e una precarietà immotivata, che mortifica le competenze e la professionalità acquisita nel tempo sul campo.
“Sacrifici che questa particolare categoria di lavoratori ha sopportato nel pieno dell’emergenza da Covid-19, - chiosano i sindacalisti - che ha segnato un picco dei volumi movimentati da un’Italia pressoché bloccata e che si è affidata alla logistica, e quindi agli addetti al trasporto di merci e beni, per mantenere i collegamenti e gli approvvigionamenti.”
Intanto, fanno sapere Cimino, Barletta e Muzzopappa,” in piena sintonia con i lavoratori, questo è solo il primo passo per una mobilitazione ancora più incisiva se, nell’ambito dell’intera vertenza nazionale, non vi sarà una riapertura della trattativa con Poste Italiane, che porti ad una soluzione positiva per i 250 lavoratori.”