Truffe assicurative. Dai falsi sinistri ai veri rimborsi: 71 indagati, in due in manette
Numerosissimi sinistri, falsi, pianificati nei minimi dettagli e messi in atto con un sistema “collaudato” che prevedeva la falsificazione della documentazione sanitaria, delle pratiche assicurative, e l’apertura di appositi conti correnti postali e bancari per l’appoggio temporaneo delle somme provento delle truffe.
Un “sistema” che avrebbe visto il coinvolgimento anche di medici, impiegati di istituti di diagnostica e di svariati soggetti che si ritiene gravitino nell’area criminale reggina.
A scoprire il tutto sono stati i finanzieri e la polizia metropolitana del capoluogo dello Stretto che oggi hanno fatto scattare l’operazione denominata “Golden Insurance” arrestando due reggini, finiti ai domiciliari: si tratta di un 45enne, D.F., ed un 39enne, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata ai reati di falso materiale e ideologico commessi anche da pubblici ufficiali, accesso abusivo a sistema informatico o telematico, danneggiamento fraudolento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, oltre che di ricettazione.
Per una terza persona, un 41enne, V.N., anch’egli reggino, è stato invece disposto l’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria mentre contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca su un patrimonio dal valore complessivo che supera il milione di euro. Nel complesso, e però, sono ben 71 le persone ritenute coinvolte nel “giro” e che oggi sono finite indagate.
Per gli inquirenti l’organizzazione sarebbe stata promossa e capeggiata dal titolare di una ditta di antinfortunistica del centro cittadino, considerata come la base logistica del gruppo e dove si sarebbero organizzati e programmati i falsi incidenti e si sarebbe anche predisposta la documentazione fittizia.
Analizzato l’intero scenario e concordando pienamente con il quadro prospettato dai finanzieri e dagli agenti della Polizia locale, il Gip ha così applicato le misure cautelari personali e disposto il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie liquide e dei beni mobili direttamente riconducibili al presunto promotore e al suo nucleo familiare.
Tra questi, oltre a un’autovettura di lusso, c’è anche è un’abitazione nella pittoresca Giardini Naxos (nel messinese), ma anche una villa a Campo Calabro (nel reggino) e somme in contanti per circa 620mila euro.
L’operazione, come dicevamo, è stata condotta dalla Compagnia Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, insieme ad agenti della Polizia Metropolitana del capoluogo. Le indagini sono state coordinate dall’Aggiunto Gerardo Dominijanni e dirette dal Sostituto Paolo Petrolo.