La beat generation e Bob Dylan nel libro di Michele Perri
Parla di musica e di storia della musica l’ultimo libro di Michele Perri dal titolo “Il padre calabrese di Bob Dylan”, pubblicato in e-book e in versione cartacea. Il romanzo tratta la vicenda del “sicilian father that I never had”, di cui parla Bob Dylan nella sua autobiografia”, sicilian father che nel romanzo di Perri si scopre essere il calabrese Mike Porco di Domanico, borgo delle Serre cosentine, che nel 1960 ha favorito l’esordio del cantante folk al Greenwich Village di New York.
L’autore, che si spinge fino alle origini della “beat generation” che ha trovato terreno fertile nel locale, il “Gerde’s Folk City”, ideato dall’emigrato domanichese, racconta spaccati inediti sulle origini della musica globale, che dagli anni Venti-Trenta del secolo scorso, maturarono tra Manhattan e il Bronx. In un altro rinomato locale, il “Club 845”, gestito dai fratelli Bastone, emigrati calabresi di Carolei, mossero i primi passi Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald.
Sull’ambìta ribalta del “Club”, tra l’altro, si affermò il bebop, altro filone musicale che alimentò la “beat generation”. Sullo sfondo il clima politico americano che, sin dai primi decenni del Novecento, incubò i geni dei movimenti beatnik e hippy, che, dal bohemismo americano, rinvennero le ispirazioni letterarie di Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Lawrence Ferlinghetti e di altri intellettuali cresciuti nell’atmosfera sregolata del Village newyorkese.
“Il libro propone - come rileva l’autore - un intreccio di storie che si sviluppano in una sorta di genitorialità dell’una verso le altre per segnare, una consanguineità narrativa destinata a spiegare gli epiloghi vincenti dei protagonisti”.