Chiude il II anno accademico dell’Istituto don Giorgio Pratesi, l’Università degli educatori
Un saluto finale dal sapore di un abbraccio. Si conclude in modalità a distanza il secondo anno accademico dell’Istituto Universitario don Giorgio Pratesi, l’Università degli educatori, affiliata alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, che ha celebrato il suo avvio nel 2018 nell’Opera Salesiana di Soverato.
Il saluto finale quest’anno ha avuto il sapore amaro della rinuncia delle ultime settimane di lezione in presenza, ma anche la conferma del legame forte che ormai questa giovane comunità accademica ha sviluppato tra i suoi 48 studenti, i tutor d’aula e il corpo docente proveniente per la maggior parte da numerose Università italiane.
Ad introdurre l’incontro la direttrice dell’Istituto Pratesi, Rosa Fiore, che ha colto l’occasione per ringraziare tutte e tutti dell’impegno profuso nel far diventare risorsa e nuova linfa di riflessione pedagogica l’inatteso e doloroso periodo di pandemia. Il distanziamento richiesto è stato ancora più sofferto per un Istituto che ha nella relazione costante e viva la forza del proprio stile didattico, essendo normalmente strutturata in moduli formativi intensivi che favoriscono lo sviluppo di una comunità d’apprendimento tra corpo docente e studenti. Un’offerta formativa e metodologica che ben si coniuga con il risveglio pedagogico di questa generazione che ha voglia di ricostruire il proprio presente per ripensare con speranza e nuove strategie il proprio futuro e quello della propria terra.
A seguire le sentite testimonianze dei presenti, i ringraziamenti reciproci per l’occasione di vicinanza offerta dalle lezioni a distanza. “Con voi non mi sono sentita mai sola” dice Teresa, mentre aggiunge Claudia: “La nostra Università è prima di tutto relazione”. “Siete stati capaci non solo di trasmettere delle conoscenze scientifiche ma anche di offrire delle lezioni di vita”, afferma Stefania gli studenti/lavoratori più avanti in età ribadiscono: “Senza di voi avrei mollato di sicuro gli studi”.
Anche i docenti ringraziano, sottolineando come ancora una volta, hanno beneficiato della grande capacità della gente del sud di accogliere e di propagare calore e passione anche a distanza. Un ringraziamento corale è stato rivolto alla direttrice e ai tutor d’aula per la lucidità, la dedizione e la fiducia con cui hanno saputo accompagnare l’Istituto in questo periodo complesso e denso di sfide.
Suggestivo poi il dono offerto dalla giovane Patrizia che ha ben pensato di raggiungere in macchina la sede deserta dell’Università di Soverato per far rivedere ai più lontani il consueto panorama mozzafiato del Golfo di Squillace.
Ha concluso l’incontro il prof. Mario Oscar Llanos, decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, che ha posto l’accento sugli insegnamenti che questa pandemia ci sta offrendo, “la necessità di ripensare e ripensarci in termini di essenzialità, solidarietà,cura del Noi e dell’ambiente che ci ospita. Non è pensabile, infatti, non cogliere la lezione della pandemia, che ci ha mostrato con forza quando siamo interdipendenti, e riproporre una “normalità” fondata sulle diseguaglianze. In questa necessaria trasformazione, le educatrici e gli educatori sono avvantaggiati perché fanno proprio il punto di vista di coloro che soffrono maggiormente”.
Si chiude così l’anno accademico, ma anche questa particolare esperienza di didattica a distanza, l’Università infatti proseguirà già con la sessione di esame di fine luglio in presenza e avvierà il prossimo anno accademico in anticipo rispetto al consueto, garantendo in tutta sicurezza le lezioni in presenza già dal mese di settembre. Sono infatti in corso le nuove immatricolazioni che, proprio per garantire le norme anti assembramento, quest’anno non potranno superare il numero di 25 unità.