Appalti in mano a una “cupola”: rinviati a giudizio in 15, anche Oliverio e Adamo. Non luogo per Occhiuto
Ben 15 rinvii a giudizio e un non luogo a procedere sono stati disposti dal gup del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro nei confronti di noti politici, imprenditori e amministratori pubblici rimasti coinvolti nell’inchiesta denominata “Passepartout”, che portò alla luce la presunta esistenza di una “cupola” che avrebbe gestito goi appalti pubblici sul territorio regionale (QUI).
A processo, dunque, vanno l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio; Nicola Adamo, ex consigliere regionale; Giuseppe Lo Feudo, direttore generale delle Ferrovie della Calabria; l’imprenditore Pietro Ventura; l’imprenditore Rocco Borgia; Santo Marazzita, direttore dell’esercizio ferroviario di Ferrovie della Calabria; l’imprenditore Giulio Marchi; l’imprenditore Armando Latini; Giovanni Forciniti; Fortunato Varone; Luigi Incarnato; Luca Morrone; Luigi Giuseppe Zinno;Antonio Capristo e Giuseppe Trifirò.
Per tuttu le accuse sono - a vario titolo - di turbata libertà degli incanti, corruzione aggravata, ma anche traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture. Cade, sempre per tutti ed invece, il reato di associazione a delinquere.
Ai noti nomi degli indagati si aggiunge quello del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per il quale però il giudice ha deciso per il non luogo a procedere.
Stesso provvedimento, non accolto, era stato invocato dal pm Graziella Viscomi al termine della requisitoria per altri sei imputati.
Quattro degli imputati hanno optato per il rito abbreviato. Si tratta di: Pasquale Gidaro, Eugenia Montilla, Tito Berti Nulli, e Arturo Veltri.
Il prossimo 23 ottobre si tornerà in aula per la requisitoria del pm Graziella Viscomi mentre, il 27 aprile 2021, inizierà davanti ai giudici del Tribunale collegiale il processo per i rinviati a giudizio.