Strongoli. Del cimitero mi prendo cura io, a mie spese: ma dal Comune nemmeno una risposta
68 anni, una vita di sacrifici come muratore specializzato nella lavorazione della pietra: prima all’estero, in Germania, poi il ritorno nella sua cittadina natale, a Strongoli.
È nella lontana Germania che perde anche il figlio, l’amato Enzo, un tragico incidente glielo porta via. Allora la decisione di riportare a casa, nella sua Calabria, sempre a Strongoli, la salma che alcuni amici consentono di tumulare nella loro cappella privata.
Dopo questa scelta, Pasquale F., ha una crisi di fede che supera e che lo porta a dedicare il suo tempo al volontariato proprio nel cimitero della cittadina del crotonese, vicino così al suo Enzo.
Un impegno che, come sostiene lo stesso Pasquale, viene autorizzato dall’Amministrazione comunale e che a sue spese lo porta a prendersi cura dello spazio antistante la cappella del figlio, ma anche altre.
Via le erbe infestanti, strappate dalla mani ruvide, a rischio di essere facile preda di insetti o anche di vipere. Ma anche i rifiuti abbandonati da incuranti cittadini vengono rimossi con fatica, tutti i giorni.
Pasquale realizza anche, sempre di tasca sua, un piccolo monumento alla base delle statua del Cristo Risorto, così come alcune fontanelle utili ai chi si rechi per porgere un saluto, un fiore, ai propri defunti.
Un’attenzione a quel luogo di estremo riposo che non provoca mai stanchezza o frustrazione, anzi. Pasquale è fiero, orgoglioso di potere rendere quest’angolo della cittadina accogliente.
E non chiede nulla in ambio: non un grazie né tantomeno alcun denaro. Quello che chiede è solo il permesso di poter continuare a farlo, sempre nel cimitero, non da intruso, non retribuito, senza alcun aggravio di spese per l’Amministrazione.
Lo ha chiesto ormai due anni fa, era addirittura il maggio del 2018, con una lettera alla Commissione che è insediata nel Comune. L’ha fatto formalmente protocollando la sua istanza a cui però mai nessuno ha sentito il dovere di dare una risposta.
In un momento in cui qualsiasi Comune ha difficoltà nel finanziare e nel gestire e mantenere le cose pubbliche, un singolo cittadino che di tasca sua decida di contribuire a rendere un luogo, sacro, del proprio paese, bello ed accogliente ma a cui la burocrazia pubblica pare rifiutare anche un banale cenno di assenso. Per non sentirsi un "abusivo".