Tribunale Catanzaro rigetta ricorso di Novello. Molinaro rimane in Consiglio

Calabria Cronaca
Pietro Molinaro

Il Tribunale di Catanzaro ha rigettato il ricorso proposto da Luigi Novello nei confronti di Pietro Molinaro, eletto al consiglio regionale in quota Lega.

Novello è stato poi condannato al pagamento delle spese di lite in favore di Molinaro, “in complessivi euro 3.235,00 per compensi professionali (di cui euro 875,00 per la fase di studio, euro 740,00 per la fase introduttiva, euro 1.620,00 per la fase decisoria), oltre al rimborso delle spese forfettarie determinate nella misura del 15 per cento del compenso totale per la prestazione, IVA e CPA come per legge”.

Il ricorso presentato dai legali di Novello poggiava sul ritardo con il quale Molinaro si sarebbe dimesso dalle cariche che ricopriva nell’Ars calabrese, società cooperativa a responsabilità limitata, di cui era presidente del cda.

Nel ricorso presentato, inoltre la situazione di incompatibilità si “profilava in quanto l’Ars intratteneva rapporti con la Regione tramite l’Ara Calabria, beneficiaria di finanziamenti continuati e cospicui come quello ammesso a seguito del “Progetto Operativo (PO), annualità 2017, per i Servizi di Assistenza Tecnica finalizzati alla Valorizzazione delle Produzioni Zootecniche” dell’importo di € 1.700.000,00, nonché quelli stanziati a mezzo dei DDS n. 11826 del 23.10.2018 e n. 7078 del 13.06.2019 di complessivi € 462.767,94”.

Nel ricorso inoltre, i legali di Novello avevano messo in evidenza che “Molinaro ricopriva funzioni di direzione all’interno della stessa Ara, senza che vi fosse traccia di un atto di dimissioni, come pure non era rinvenibile alcuna rinunzia agli incarichi di Consigliere e membro della Commissione Politiche Economiche del Cnel, nonché di presidente del cda dell’Inipa, ente di formazione professionale nel settore agroalimentare, finanziato in via diretta da enti nazionale e sovranazionale e la rendicontazione economica del quale era affidata al Collegio dei Revisori dei Conti composto da esponenti del Ministero e della Coldiretti”.

Secondo l’analisi del Tribunale di Catanzaro, emerge che “l’intempestività delle proprie dimissioni perdeva di consistenza già solo per il fatto che veniva paventata una causa di incompatibilità e non di ineleggibilità sicché, pur volendo intendere la data del 31 gennaio 2020 come quella dalla quale far decorrere l’efficacia costitutiva delle dimissioni, era comunque anteriore alla proclamazione degli eletti avvenuta in data 17 febbraio 2020”.

Inoltre per il Tribunale “le dimissioni da Presidente, componente del Consiglio di Amministrazione e socio di Ars Calabresi soc coop risalivano con “data certa” e con effetto immediato e costitutivo già al 10 dicembre 2019, essendone data comunicazione per iscritto con lettera assunta al protocollo dell’Ente numero 25 del 10 dicembre 2019, ed erano ratificate dal Consiglio di amministrazione del 11 dicembre 2019 (come da verbale debitamente sottoscritto), tanto che nelle successive assemblee il Presidente e socio dimissionario veniva sostituito da Fabio Presta”.

Inoltre per i giudici “era fuorviante far rientrare l’Ars tra le aziende sovvenzionate “per via transitiva” solo perché associata all’Ara Calabria, all’interno della quale peraltro il resistente non rivestiva alcun ruolo direttivo o di coordinamento da oltre un anno, giusta comunicazione di dimissioni ad effetto immediato del 28 gennaio 2019, accettate dai Consiglieri in seno al Comitato direttivo del 28 novembre2019”.

Sempre secondo l’analisi “per le organizzazioni di produttori come la Ars Calabresi i regimi di aiuto eurounitari escludono tassativamente vantaggi diretti da parte della Regione sì da non creare condizioni di disparità tra produttori calabresi e produttori di altre aree dell’Unione Europea, come poteva desumersi dalla nota del 10 giugno 2020 di Ara Calabria ove si asseverava che il socio Ars non aveva ricevuto alcun importo in relazione al finanziamento regionale di euro 1.700.000,00 al quale si faceva riferimento nel ricorso”.

“Altrettanto infondato era il secondo motivo di asserita incompatibilità per essere il Molinaro membro del Cnel”. Per i giudici inoltre “non ricorreva alcuna causa impeditiva in relazione all’Inipa, sia perché lo stesso non poteva de finirsi “ente, istituto, consorzio o azienda dipendente rispettivamente dalla regione, provincia o comune” ex art. 2, comma 1, n.11 L. 154/1981, sia perché il Molinaro dallo stesso si era dimesso circa quattro anni addietro, come da attestazione versata in atti”.

Inoltre “la Giunta per le elezioni del Consiglio Regionale della Calabria – investita della questione ai sensi degli artt. 18 e ss. del Regolamento interno del Consiglio regionale – non riscontrava alcuna condizione di ineleggibilità e/o incompatibilità in capo al resistente nella seduta del 22 giugno 2020, dopo aver acquisito le controdeduzioni presentate dai Consiglieri interessati e richiesto parere al Settore Assistenza Giuridica del Consiglio regionale, sicché con deliberazione del 29.06.2020 il Consiglio Regionale confermava il risultato elettorale”.

Per questo motivo sulla base di queste considerazioni il Tribunale ha rigettato il ricorso di Novello e lo ha condannato a pagare le spese.

Soddisfazione è stata espressa da Molinaro. “Ho assistito, senza mai commentare, ad una escalation di dichiarazioni, interviste che sono giunte sino voler condizionare in modo assurdo anche gli organi esecutivi, legislativi e di controllo della Regione Calabria. La giustizia, ha trionfato ed ha emesso un verdetto ineccepibile. Ero certo, che i miei comportamenti erano, sono e saranno improntati tutti nel rispetto delle regole e della massima trasparenza. Ringrazio il mio avvocato e amico Giovanni Spataro, un maestro del diritto, che sin dall’inizio, lui si, con professionalità e rigore giuridico, ha giudicato insussistenti le presunte cause di ineleggibilità e incompatibilità reclamate. Sono stato candidato legittimamente ed eletto legittimamente, adesso ho tante cose da fare e chiedo rispetto per continuare ad assolvere al mandato elettorale con i l massimo impegno, che non si è mai interrotto, di servizio ai cittadini calabresi”.