“Salutiamo, amico”: presentato da Filt-Cgil, L’Amaca e Dlf il libro di Turano
Un libro che dà un solido punto di vista su un fatto storico interpretato troppo univocamente e superficialmente, che colpisce, facendo riflettere e divertire, che fa immergere completamente il lettore nell’epoca nel quale è ambientato. Tutto ciò è “Salutiamo, amico – Il romanzo sull’estate dei Boia chi molla”, il libro attraverso il quale Gianfrancesco Turano prova a togliere il velo ideologico che copre una particolare pagina di storia, quella della cosiddetta “Rivolta di Reggio”, che a cinquant’anni di distanza fa ancora discutere.
L’ultima fatica del giornalista e scrittore reggino, edita da “Scrittori Giunti”, è stata presentata martedì sera a Roccella Ionica, in occasione dell’evento organizzato dalla Filt-Cgil Calabria e dall’Associazione Culturale “L’Amaca” con il patrocinio del Dlf reggino presso la locale struttura dopolavoristica ferroviaria.
«Un romanzo potente ed appassionato, che restituisce sentimenti di questa terra forse non conosciuti dal resto d’Italia e che dà un messaggio di speranza» e «un romanzo che trascina, con forza evocativa, con la suggestione di una ricostruzione storica minuziosa, trattando la rivolta con lucidità storiografica e sapienza antropologica» sono state le parole con le quali Silvana Logozzo (Ansa) e Antonio Calabrò (Zoom Sud) hanno rispettivamente definito l’opera. «Fu una protesta spontanea di popolo, trasformata in ribellione dalla destra.
La sinistra e il sindacato fecero bene a difendere le istituzioni» e «Reggio e la Calabria non erano dentro il movimento di massa, Pci e Cgil non compresero a fondo il disagio, ma fu giusto stare dalla parte della democrazia in una rivolta popolare non in favore del popolo» hanno affermato prima Nino Malara (Dlf Reggio Calabria) e poi Nino Costantino (Filt-Cgil Calabria) nei propri interventi fortemente connotati storicamente, vista l’evocazione di diversi fatti, fra i quali il contestuale tentativo di golpe Borghese, la manifestazione dei lavoratori per la democrazia del 22 ottobre ’72, per la quale l’esponente sindacale ha invocato l’intitolazione di una via, le successive guerre di mafia.
La presentazione, alla quale non ha potuto partecipare per un’emergenza il sindaco ionico Vittorio Zito e che ha avuto l’apprezzato “fuoriprogramma” del giornalista Pippo Diano, è stata arricchita dall’attrice Anna Rita Fadda, che ha letto due passi, quelli inerenti una barricata al Rione Ferrovieri e la morte di Angelo Campanella. E’ stato un continuo passaggio fra romanzo, con i fatti visti dagli occhi dei due personaggi tredicenni Nunzio e Luciano, storia, tra l’altro approfondita puntualmente dalla postfazione dell’autore, fino all’attualità. «I fascisti hanno rubato la memoria, anche quella dei morti – è stato il commento finale di Turano – ho scritto per divertirmi e per divertire e per costruire un monumento alla “bastasaggine riggitana” delle barricate».