White Collar, Tdl rimette in libertà tre professionisti coinvolti nell’inchiesta
Il Tribunale delle libertà di Catanzaro ha accolto integralmente le istanze di riesame avanzate dal suo legale, Francesco Nicoletti, coadiuvato dalla collega Giusy Acri, e ha quindi disposto l’immediata e incondizionata liberazione di Maria Luigina Caruso e dei dottori commercialisti Antonio Aspirante e Alfredo Romanello.
I tre erano stati destinatari di una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “White Collar” (QUI), che ha riguardato delle presunte irregolarità poste in essere da alcuni professionisti delegati e curatori fallimentari nelle procedure di vendite giudiziarie immobiliari presso il Tribunale di Castrovillari.
Sono 48, complessivamente, le persone coinvolte nell’inchiesta (QUI) condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Corigliano che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ha fatto emergere una presunta associazione a delinquere, ben strutturata e operante dal 2017, dedita alla ingerenza illecita nelle vendite giudiziarie immobiliari.
Tra le ipotesi accusatorie quelle di associazione a delinquere finalizzata alle “turbative d’asta”, corruzione in atti giudiziari, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio-
“Ci era stato richiesto da parte dei tre professionisti che difendiamo in questa Operazione, persone conosciutissime e rispettate, - dichiara Nicoletti - di restituire loro onore e dignità. Riteniamo, come sempre, di aver soddisfatto in tutto e per tutto le loro aspettative poiché a seguito di duro e gravoso lavoro professionale, abbiamo ottenuto l’integrale e incondizionato annullamento del provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Castrovillari”.
I legali, poi, si dicono “oltremodo entusiasti non solo per il risultato professionale ottenuto, ormai una costante scaturente dal nostro impegno e dallo spirito di abnegazione alla professione, ma anche e soprattutto per aver restituito ai Professionisti prima e alle loro famiglie dopo proprio ciò che ci era stato richiesto: onore e dignità”.