Distrae fondi europei per acquistare bitcoin. Sigilli ai beni di un 53enne
Sigilli a beni per 370mila euro nei confronti di un 53enne di Castrovillari, S.C., accusato dei reati di malversazione a danno dello Stato ed autoriciclaggio.
Questa mattina la Compagnia della Guardia di Finanza della città del Pollino ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per beni mobili, immobili e di criptovaluta (i noti bitcoins) emesso dal gip del Tribunale su richiesta della Procura locale.
L’ordinanza arriva al termine una complessa attività di indagine espletata dalle Fiamme Gialle e coordinata dal Sostituto Procuratore Angela Continisio.
Le indagini avrebbero consentito di raccogliere un grave quadro indiziario nei confronti dell’indagato, che per gli inquirenti avrebbe distratto, per fini personali, gran parte dei fondi europei relativi al POR Calabria FSE 2007-2013 concessi dalla Regione Calabria alla società cooperativa da lui rappresentata e gestita, impegnata nell’offerta di attività didattiche e formative a persone disoccupate p inoccupate della provincia di Cosenza.
Ma questi finanziamenti pubblici, che ammontavano a 370mila euro, una volta accreditati sul principale conto corrente bancario della cooperativa, sarebbero stati trasferiti – secondo gli inquirenti - su altri conti correnti societari, per poi essere utilizzati successivamente dal 53enne, a suo beneficio, per l’acquisto di bitcoins tramite di società estere di Malta, Panama, Repubblica Ceca ed Estonia e che operano in questo tipo di transazioni finanziarie.
Dalle indagini emergerebbe che l’indagato avrebbe acquistato, con il danaro sottratto, della criptovaluta per un totale di 425,07 bitcoins, ovvero valuta paritaria (attualmente il valore di 1 bitcoin è di circa 8.000 euro).
I sequestri hanno riguardato quindi il denaro presente sui conti correnti bancari dell’indagato, nonché cinque immobili di sua proprietà nei comuni di Villapiana, Castrovillari e Messina.
Attraverso l’agenzia di cooperazione giudiziaria Eurojust è stata interessata l’Autorità Centrale del Regno Unito per i profili transnazionali e per la raccolta delle informazioni in possesso della società statunitense P.Lyd, con sede a Londra, che gestisce i dati dei clienti europei relativamente alle transazioni di moneta virtuale-bitcoins che si ritiene operate dall’indagato.