Stagione Venatoria. Libera Caccia: ci siamo, ma ancora troppe le criticità

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Con oggi, mercoledì 2 settembre, apre i battenti la nuova stagione venatoria (QUI). Tante le aspettative dei seguaci di Sant’Uberto, ma anche tante le incertezze, dovute ad una serie di problematiche che frenano gli entusiasmi di chi, appassionato di arte venatoria, ama trascorrere momenti di vita a diretto contatto con la natura.

“A nostro parere – dichiara il Presidente della Libera Caccia cosentina - i cacciatori, quali fruitori del sistema, con la loro esperienza dovrebbero assolvere un ruolo di primo piano nel sistema di valorizzazione, di tutela e di salvaguardia del territorio. Basti solo pensare al problema incendi boschivi che anche quest'anno hanno devastato il nostro territorio. Siamo convinti che una maggiore presenza dei cacciatori nei boschi e nei territori a vocazione venatoria costituirebbe un efficace deterrente verso coloro che compiono questi atti criminali.”

Per l’Anlc, però, bisogna mettere in atto dei sistemi basati “sull’impegno concreto di tutte le categorie: agricoltori, ambientalisti e cacciatori, invece così non è”.

Il presidente dell’associazione, Pasquale Paradiso, sostiene infatti che non ci si farà “di certo intimorire dalle assurde pretese delle varie associazioni ambientaliste-animaliste con le solite battaglie anticaccia. Utilizzeremo ogni forma di tutela in difesa della caccia affinché siano garantiti i diritti di migliaia i cacciatori onesti che intendono esercitare la loro amata passione nel rispetto delle leggi e delle regole”.

“Come associazione - prosegue il numero uno di Anlc - abbiamo sostenuto e riponiamo profonda fiducia nell’attuale governo regionale. Non poteva essere altrimenti dopo l’ultimo quinquennio in cui abbiamo assistito ad una Regione completamente assente, incapace ed incompetente nell’ambito del nostro settore. C’è da dire però che sono ancora tanti i problemi che attanagliano il comparto. La strada tracciata dall’Assessore Gallo è buona ma ancora molto lunga.”

Per Libera Caccia, difatti, ci sono delle criticità come l'apparato burocratico regionale che risulta essere “da sempre lento e farraginoso e talvolta non proprio in linea con le scelte politiche; un altro tema è quello della mancata approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale che è scaduto dal 2013, “siamo una delle poche regioni d’Italia a non averlo approvato con conseguenze non di poco conto in fase di approvazione dei Calendari Venatori”.

Inoltre, la mancata modifica della Legge Regionale n. 9/96 “ormai obsoleta e non più al passo con i tempi” che siede nelle Commissioni Regionali da tanti anni; o il mancato snellimento dei Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia (AA.TT.C.), “da noi più volte invocato, alla metà dei componenti rispetto a quelli attuali (da 20 a 10), cosa che consentirebbe meno burocrazia ed un evidente risparmio di spesa”.

L’elenco continua con la mancata costituzione dell’Osservatorio Faunistico Regionale, che per Anlc sarebbe “un organo di consultazione utilissimo ai fini della stesura dei Calendari Venatori e di gestione del territorio a fini faunistici, bypassando in taluni casi anche l’ISPRA, oltre che aver potuto dare la possibilità a decine di giovani professionisti di una valida sistemazione lavorativa”. Po, le Commissioni di Esami per l’abilitazione all’esercizio venatorio che sono in fase di nomina “e per cui ci si augura che vengano, a differenza del passato, valutati con i giusti criteri i curriculum dei candidati per dar forma a Commissioni di alto profilo”; così come la “mancanza di una comunicazione chiara, precisa e puntale verso gli utenti e le associazioni di categoria da parte del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria”; o il sistema di assegnazione delle zone per la caccia al cinghiale.

Ed ancora, la mancanza di interventi gestionali validi ed efficienti; la sempre più marcata rarefazione di selvaggina stanziale sul territorio, dovuta ai pochi ed inefficaci ripopolamenti faunistici; la Vigilanza Venatoria, necessaria ed indispensabile per la lotta al triste fenomeno del bracconaggio e che nel corso degli ultimi anni “è stata totalmente annullata”.

Altro tempo quello delle Polizie Provinciali “che prima si occupavano egregiamente di tale compito sono state spogliate da tali funzioni, senza che la Regione negli anni passati abbia mosso un dito contro questa direzione, nonostante i tanti appelli inoltrati, su tutti proprio quello della Libera Caccia”.

In quasi tutte le Regioni d’Italia – sostiene Paradiso - le Polizie Provinciali sono state “assorbite” o, in alternativa, sono state finanziate con delle convenzioni tra Enti per continuare la loro azione incisiva sul territorio. Eppure i soldi sul capitolo di bilancio regionale derivanti dai proventi delle tasse regionali pagate dai cacciatori calabresi ci sono”.

“Per non parlare – aggiunge - della Vigilanza Venatoria Volontaria, mai decollata. Sono passati quasi 5 anni dal passaggio di competenze dalle Province alla Regione ed ancora oggi non vengono rinnovati i Decreti di Guardia Volontaria, non esiste un Coordinamento della Vigilanza Volontaria, non esiste un Regolamento di Servizio, non esiste un Responsabile con cui i volontari possano interfacciarsi, non esistono i mezzi e le attrezzature necessarie, non esiste la modulistica (rapporti di servizio, blocchettari dei verbali, ecc.), non sono previste le Placche o altre forme di identificazione, né tantomeno i Tesserini di riconoscimento”.

Per il settore Pesca, poi, “sono anni che – prosegue l’associazione - non assistiamo a ripopolamenti ittici e per il rilascio della Licenza di Pesca ci vogliono diversi giorni quando nelle altre regioni bastano pochi minuti”.

“Dopo il fallimento totale del passato governo regionale urge una drastica inversione di tendenza”: questo è quello che chiede l’associazione all’Assessore Gallo.

La Libera Caccia, dall'alto dei 3.000 soci-cacciatori che rappresenta, rassicura che c'è e ci sarà a fare in pieno la propria parte nell'auspicio di essere ascoltata.

“Saremo vigili affinché - conclude Paradiso - questo momento tanto atteso da numerosi ed onesti cittadini appassionati di arte venatoria non venga opacizzato. La Libera Caccia non lo consentirà, mai.”

La linea programmatica dell’associazione rimane quindi basata in difesa della caccia, “con onore e senza alcuna vergogna”.