Premio Alda Merini, poesie provenienti anche dal Canada e da altre nazioni europee
Ha superato tutti i precedenti record e si preannuncia come una delle più seguite manifestazioni internazionali alla quale fanno ormai riferimento tutti coloro che considerano la poesia come mezzo insostituibile per diffondere veri messaggi di fratellanza universale. Parliamo della IX edizione del premio di poesia “Alda Merini” la cui premiazione, Covid permettendo, si terrà nel mese di dicembre.
Il “Merini”, ha risvegliato le coscienze, ha sensibilizzato gli animi, ha introdotto il concetto caro alla grande poetessa dei Navigli: ‘’Io non ho bisogno di denaro. / Ho bisogno di sentimenti. / … Ho bisogno di poesia, / questa magia che brucia la pesantezza delle parole, / che risveglia le emozioni e dà colori nuovi’’. “Il concorso - dice Ursini - è diventato grande proprio per aver saputo interpretare il desiderio di tanti autori di contribuire a cambiare le cose o, quantomeno, di tentare di cambiarle attraverso la parola, semplice o articolata che sia”.
I dati di quest’anno sono straordinari: 2.206 opere partecipanti delle quali 670 hanno superato la prima selezione e saranno incluse gratuitamente nell’Antologia “Voci poetiche per Alda”. Oltre alle varie regioni d’Italia, sono rappresentate altre cinque nazioni e precisamene Bulgaria, Canada, Romania, Spagna e Svizzera. È un risultato strepitoso per un concorso che, come dice Ursini, “non ha alcuna sovvenzione, se si esclude l’adesione della Camera di Commercio di Catanzaro e del M° orafo Michele Affidato che realizza i premi in argento per i cinque finalisti”. Il “Merini” non chiede niente a nessuno, ma offre a tutti l’opportunità di farsi conoscere. “E non ci sono nomi altisonanti, - aggiunge Ursini - spesso inseriti solo per catturare l’interesse di qualche partecipante distratto. I nostri collaboratori sono qualificati dirigenti scolastici, docenti e medici che amano la poesia e che ci offrono la loro spontanea collaborazione”. Punti di forza sono: Silvestro Bressi, Mario Donato Cosco, Antonio Montuoro, Mauro Rechichi e G. Battista Scalise.
Silvestro Bressi è un documentalista accorto. Le sue indagini sul folklore partono sempre dalla presa diretta: i fattarelli ascoltati dalle comari della ruga, le facezie degli anziani, i canti contadini, i segreti di artigiani e maestranze popolari, i giochi di strada, le espressioni idiomatiche di amici e delle persone conosciute occasionalmente, gli indovinelli maliziosi e tante altre circostanze particolari che sfuggono alla maggior parte delle persone. Un repertorio, il suo, che ha come protagonista indiscusso proprio il popolo dei “bassi”, non inteso come icona stereotipata, ma nella sua partecipazione attiva alla vita quotidiana, nelle sue infinite sfaccettature, carica di umanità e saggezza! Tra i suoi volumi ricordiamo: “Il brigantaggio nel catanzarese”, “Una volta a Catanzaro”, “Dal Tirreno allo Jonio”, “Venditori ambulanti sui tre colli”, “Iconografia e religiosità popolare dei catanzaresi”. Sulla sua attività di scrittore, Michele De Luca, ha da poco pubblicato il saggio “Silvestro Bressi, il demologo dei “bassi” di Catanzaro”.
Mario Donato Cosco, nato a Soveria Simeri nel 1950, completati gli studi secondari, consegue la laurea presso l’Università di Torino. I suoi ricchi e fecondi interessi culturali e professionali sono stati declinati sui versanti della filosofia, della psico-pedagogia, della psicologia sociale, della didattica. Insegnante di filosofia e scienze umane negli istituti secondari, dirigente scolastico e docente universitario, ha svolto una consolidata e apprezzata attività in seminari di studio e in corsi di formazione, di specializzazione e/o abilitazione all’insegnamento. Già componente di Gruppi Tecnici Regionali e Nazionali del MIUR e Giudice onorario del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro. É autore di numerosi contributi scientifici pubblicati su riviste professionali. Tra le sue opere segnaliamo: «I temi degli Orientamenti dell’attività educativa nelle scuole materne statali», «Voci del Sud - Narrativa per la Scuola Media», «Albert Camus. Il pensiero assurdo», «Alda Merini, da Gerico a Dio».
Antonio Montuoro è nato a Catanzaro nel 1953, ma è vissuto a Tiriolo, paese d’origine della sua famiglia. Laureto in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi “La Sapienza”, per molti anni ha esercitato la professione di medico nei servizi di Continuità Assistenziale e nelle Commissioni per l’Invalidità Civile e l’Handicap. Dal 2011 ricopre l’incarico di referente della Medicina Penitenziaria nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro. È stato, inoltre, segretario regionale dell’ANED, l’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto. Dopo una prima esperienza come Assessore alla Cultura e ai Servizi Sociali, è stato eletto sindaco di Tiriolo per due mandati consecutivi, dal 1993 al 2001. Conferenziere e profondo conoscitore del territorio dell’Istmo tra i due mari (Jonio e Tirreno), ha al suo attivo decine di presentazioni di libri di narrativa, poesia, storia locale e filosofia.
Mauro Rechichi è nato a Brancaleone nel 1939. Laureato in Medicina e Chirurgia, si è specializzato in Anestesia e Rianimazione. Primario del Servizio di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale civile di Catanzaro, responsabile provinciale dell’A.A.R.O.I. Calabria, ha svolto una intensa attività sindacale indirizzata a risolvere le problematiche degli anestesisti. Straordinari sono stati i due Simposi Meridionali di Anestesia e Rianimazione da lui organizzati per conto dell’A.A.R.O.I., a Calaghena di Montepaone e a Copanello di Stalettì, nel 1986 e nel 2001. Ha creato il Dipartimento anestesiologico-chirurgico (anestesia intensiva) che ha garantito maggiore assistenza, riduzione di costi e minore degenza attraverso il ricovero in Terapia intensiva e rianimazione dei pazienti critici operati. Ha poi realizzato il primo Centro di Terapia del dolore.
Come scrittore e commediografo ha dato alle stampe varie opere tra le quali “Diario di un anno”, “I clubomani al caffè Imperiale”, “Riflessioni in versi di un anestesista”, “Humor rosso” (in collaborazione con Antonio Bianco), “Morire respirando e vivere soffrendo”, “Le cliniche private di Catanzaro”, “Dall’ospedale vecchio al Pugliese” (prima parte). Recentemente ha curato la pubblicazione del volume “La nave dei sogni”, (storia a fumetti dell’ideatore e realizzatore dei Simposi Meridionali, prof. Giuseppe Caminiti) e redatto unitamente a Caminiti “I primi 15 Simposi”, pronta per la stampa, mentre ha in corso di completamento la seconda parte dell’opera sull’ospedale “Pugliese-Ciaccio” e il volume “Goliardia e politica nell’Università di Messina”, scritto in collaborazione con Enzo Palumbo e Pippo Rao e dedicato a Pasquale Gioffrè, di Santa Eufemia di Aspromonte, “mitico ambasciatore della goliardia calabrese”: libro di grande formato con testimonianze dirette e foto d’epoca provenienti dal suo archivio e dagli archivi di Calogero Centofanti, Camillo Martelli, Franco Arrigo, Gustavo Crisafulli, Enzo Palumbo, Pasquale Gioffrè, Franco Dell’Apa, Franco Crudo, Gianni Bentivoglio, Franco Anastasio, Pasquale Clemente, Natino Aloi, Nino Arfuso e Italo Saladino. Rechichi, insomma, ha brillantemente coniugato la sua attività di anestesia con quella di scrittore e attento conoscitore della società calabrese, reggina in particolare, alla quale (seguendo l’esempio del padre Michele, farmacista a Gioia Tauro, e della mamma Vera Teresita De Angelis) è rimasto profondamente legato.
G. Battista Scalise è più c onosciuto come “don Titta” essendo stato parroco di Botricello. Nato a Petilia Policastro nel 1946 don Titta ha frequentato il Seminario Arcivescovile di Santa Severina, il Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro e il Pontificio Seminario Campano di Napoli-Posillipo. Ha poi compiuto gli studi di Teologia presso la Facoltà Teologica “S. Luigi” dei Padri Gesuiti di Napoli e le Università di Catanzaro, Chieti e Messina, nonché la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica presso l’Archivio Segreto Vaticano. Tra i suoi volumi riordiamo “L’archivio arcivescovile di Santa Severina”, “Siberene”, “La Parrocchia di Botricello dalle sue origini al 1984” e “L’archivio storico diocesano di Crotone”. Ha concluso la sua lunga attività scolastica come dirigente dell’Istituto Comprensivo di Cropani ed è molto stimato dai suoi ex insegnanti, collaboratori e studenti.
Il “Merini”, con Ursini, è diventato, quindi, non una competizione tra poeti, ma un “mezzo” di aggregazione. Al premio è importante esserci, non tanto vincere, tant’è che hanno confermato la loro adesione alcuni dei precedenti vincitori come l’aquilana Selene Pascasi (avvocato, poetessa, scrittrice e giornalista molto apprezzata in tutta Italia) che si è aggiudicata la VII edizione del premio con la lirica “Rose uccise sull’altare”, la reggina Mariangela Costantino prima classificata nell’edizione del 2014 con la lirica “Ti donerò i miei occhi”, il tarantino Antonio Mirko Dimartino vincitore della VI edizione con la lirica “Neoplasie evidenti”, il catanzarese Franco Migliaccio autore della bellissima “Poesia” con la quale ha vinto l’edizione 2019. E ancora, i poeti: Alfonsina Campisano Cancemi di Caltagirone (prima classificata nella V edizione), Franca Cavallo di Modica, Antonio De Rosa di Morano Calabro, Maria Concetta Giorgi di Cesenatico (premiata per la migliore lirica dedicata ad Alda Merini) e Rocco Pedatella di Trezzano sul Naviglio secondo classificato con “Fratelli di nebbia”, lirica con la quale ha poi vinto il 1° premio del Centro Europeo Tuscolano di Mogol, cosa che gli ha permesso di frequentare la Scuola per Autori di Avigliano. Presenti spesso anche tanti altri poeti che sono entrati nella rosa dei cinque finalisti tra i quali, solo per citare le ultime edizioni: Elvio Angeletti di Marzocca di Senigallia, Anna Cappella di Casapulla, Alba Corrado di San Felice Circeo, Valeria Salvo di Comitini, Francesca Costa di Pordenone, Rosella Lubrano di Melazzo, Claudia Ruscitti di Moltesilvano, Cosetta Taverniti di Pazzano, Michele Barbera di Menfi (autore di una vastissima produzione di narrativa e saggistica) Mariella Bernio di Brugherio, Anna Maria Gargiulo di Meta, Irene Losito di Taranto, Luigi Iorio di Calvi di Risorta con la bellissima poesia “4 gennaio 2015” dedicata a Pino Daniele, Caterina Tagliani di Sellia Marina (premiata per la migliore poesia dedicata a Totò Benefico, uno dei più attivi collaboratori del premio), Sergio Camellini di Modena.
“Siamo in presenza di un fenomeno culturale di massa - conclude Ursini - che produce effetti positivi anche sul turismo locale”.