8 marzo: Calabria, commissione pari opportunità punta su politiche sociali
L'8 marzo in Calabria sarà ricordato con uno sguardo rivolto verso le politiche sociali. Va in questa direzione l'iniziativa della commissione pari opportunità della Regione Calabria, che in occasione della festa delle donne incontrerà le dipendenti del Consiglio regionale della Calabria. ''Presenteremo l'apertura di un asilo nido aziendale'' anticipa la presidente della commissione, Giovanna Cusumano. Inoltre alle dipendenti verrà sottoposto un questionario nel quale verrà chiesto loro la loro condizione familiare, se hanno subito rallentamenti di carriera in quanto donne, se hanno subito violenza, difficoltà di progressione se sono allontanate dal lavoro per maternità. ''I dati che raccoglieremo -spiega Cusumano- confluiranno in un piano di azioni positive che il Consiglio regionale ancora non ha e di cui invece dovrebbe dotarsi''. La presidente della commissione pari opportunità esplicita con chiarezza che diversi settori della società sono ancora preclusi alle donne perché ''purtroppo gli uomini, sia di destra che di sinistra alzano le barricate. Questo va detto con coraggio''. Quanto al disegno di legge della deputata calabrese Lella Golfo di imporre per legge le quote di genere nei consigli d'amministrazione delle società quotate e partecipate, che non ha avuto fortuna in parlamento, la presidente Cusumano sottolinea di averlo sostenuto ''energicamente, poi però si e' visto che quando gli uomini si coalizzano sono loro ad avere la maggioranza in Parlamento. Tuttavia non dispero. Questo e' stato un primo tentativo e io sono sicura che i tempi siano maturi per continuare a parlarne''.
Sulla rappresentanza delle donne nelle istituzioni politiche, la presidente della commissione regionale pari opportunità della Calabria fa notare che nelle liste ci sono poche candidate ''si vada a vedere non soltanto quante sono ma anche quali posti occupano, e quindi quante possibilità hanno di essere elette''. Nel consiglio regionale della Calabria, rinnovato nella primavera dello scorso anno, non ci sono donne elette. Giovanna Cusumano ha esperienza politica diretta. Ricopre infatti la carica di consigliere comunale a Reggio Calabria. Parla di un'esperienza positiva ma anche impegnativa, e a volte ''l'impegno diventa esasperante. Mi chiedo - dice - quali risultati posso ottenere se sono una voce isolata tra quaranta uomini''. La differenza del fare politica tra un uomo e una donna, sostiene, e' che ''molti uomini la fanno per professione, mentre le donne scelgono di fare questa esperienza animate dalla passione''.
L'impegno della commissione e' volto ''sia a consentire un accesso più facilitato nel mondo del lavoro sia a garantirne la permanenza. Se una regione non ha asili nido -spiega Cusumano- e' più facile che io esca dal mercato del lavoro. Fino a un decennio fa c'erano le nonne, ma oggi questi aiuti non sono più sufficienti e le nonne non sono più disposte a tenere i nipoti''. Inoltre la commissione sta presentando una proposta di legge sulle donne separate, che e' già all'esame di alcuni consiglieri regionali. Nel novembre scorso, infine, e' stata avanzata la proposta di legge per la costituzione parte civile della Regione Calabria nei processi di violenza sulle donne e i minori.
In Calabria una donna che e' diventata simbolo di successo nell'imprenditoria e' Pina Amarelli, occupata da oltre un trentennio nell'azienda di famiglia di produzione di liquirizia e unica donna a essere insignita dell'onorificenza di cavaliere del lavoro. ''Ad alti livelli professionali la differenza tra uomo e donna non c'e' più perché le donne hanno consapevolezza di essere uguali, mentre una volta si sentivano loro stesse diverse'', dice.
''Io francamente -prosegue Amarelli- non mi sono mai sentita diversa, mi sono sentita un po' differente. Non omologata agli uomini ma con le stesse capacità per arrivare dove arrivano loro''. Il problema contemporaneo delle donne, secondo l'imprenditrice, si nota ''quando si fanno lavori meno retribuiti ma comunque con grandi responsabilità. Penso alle insegnanti. Le donne con 1.300 euro al mese, specialmente al sud dove non ci sono servizi sociali o asili nido, assistenza agli anziani, o se ci sono privati e a prezzo elevato, sono costrette a ritirarsi dal mondo del lavoro''.
Un elemento che in Calabria ha favorito l'avvicinamento delle donne agli uomini e' la presenza delle università nei capoluoghi di provincia piu' grandi. ''Le donne giovani, ma anche gli uomini, oggi sono diversi. Mentre prima potevano scontare un'arretratezza che viene da lontano -afferma Pina Amarelli- da quando ci sono le università donne e uomini hanno accesso alle stesse competenze per affermarsi nel mondo del lavoro''.
Secondo l'imprenditrice, la proposta della deputata Lella Golfo sulle quote rosa negli organismi di comando delle società quotate e partecipate e' stata una provocazione utile. La definisce ''una proposta di rottura molto forte'' che ''forse e' stata presa sottogamba''. Amarelli non si dice d'accordo su un'imposizione così netta della presenza delle donne negli organismi, ''non si può stravolgere così il sistema, anche perché non e' nemmeno facile trovare un numero così elevato di donne in certi ruoli, ad esempio penso ai collegi sindacali''.
Tuttavia il ricorso a una legge, secondo l'imprenditrice di Rossano (Cosenza), potrebbe essere utile, anche se dovrebbe essere ''piu' mite''. ''La Golfo -sostiene- ha fatto bene però nella proposta di legge ci sono sanzioni eccessive come la decadenza del consiglio di amministrazione o del collegio se non e' rispettata la legge. Sono cose che ci vogliono ma vanno digerite gradatamente''.